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I cambiamenti delle politiche europee in materia di alimenti e bevande potrebbero ridurre il carico di malattie cardiache e di ictus del 50%

27 Ottobre 2017 da e.c.

In Europa oggi 85 milioni di uomini e donne vivono ogni giorno della propria vita essendo sopravvissute a un infarto o un ictus cerebrale, e portandone addosso i segni in termini di disabilità spesso molto gravi.

La ricerca ha dimostrato un legame molto forte fra le abitudini alimentari e la probabilità di essere colpiti o evitare un infarto o in ictus cerebrale.

In occasione della Giornata mondiale del cuore di domenica 30 settembre 2017 EHN – European Heart Network in collaborazione con ALT- Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari – Onlus e con tutte le associazioni e fondazioni europee che ne fanno parte, ha diffuso un documento che invita il legislatore a sostenere le aziende sulla strada del cambiamento di qualità nella produzione di alimenti e nella commercializzazione degli stessi intitolato “Modificare le politiche che regolano la produzione e la distribuzione di cibi e bevande in Europa in nome della salute del cuore.

È ormai consolidata la convinzione, supportata da numerosissimi studi, che esiste una relazione diretta fra attività fisica, alimentazione e salute cardiovascolare: meno sale, meno grassi saturi, meno zuccheri raffinati, più fibra, più frutta e verdura e meno carni rosse, più noci, più pesce, e latticini magri: sono concetti ormai diffusi e che rimbalzano quotidianamente da un mezzo all’altro.

Iniziative importanti sono state realizzate e sono in corso in diversi Paesi del mondo mirate a sensibilizzare il consumatore sull’importanza non solo della qualità delle scelte alimentari ma anche delle quantità. In alcuni casi estreme, come la decisione degli USA di aumentare la tassazione sulle bibite zuccherine o sui contenitori da due litri di succhi di frutta.

Ogni cittadino europeo dovrebbe avere ormai il diritto di avere a disposizione alimenti che lo aiutino a conservarla salute del proprio cuore: sempre che decida di sceglierli, e che li consumi in quantità adeguata.

Anche i politici in qualità di legislatori potrebbero fare molto per la salute del cuore degli europei: intervenendo sulle politiche agricole, sulle regole che invitano ad usare le etichette dei cibi come fonte di informazione sul contenuto dei cibi stessi in termini di sale, zucchero, grassi saturi e regolamentando le quantità tollerabili di sostanze dannose per la salute nei cibi confezionati.

 «In un mondo ideale tutti dovrebbero mangiare sano e fare attività fisica e le aziende dovrebbero contribuire a soddisfare questa domanda – dichiara EHN – ma non è sempre così, e comunque non lo è ovunque: per molte ragioni, di tipo economico, organizzativo, di sensibilità dei responsabili delle aziende alimentari, del marketing. E per la sordità dei politici che non raccolgono la richiesta di aiuto che arriva dai propri elettori: uno spreco, perché proprio la sensibilità e la determinazione del legislatore dovrebbero contribuire alla salute dei cittadini e al risparmio finanziario che si potrebbe ottenere contribuendo a ridurre il numero delle persone colpite da infarto o ictus semplicemente guidando tutti noi verso scelte intelligenti anziché verso alimenti poco sani soprattutto se consumati a lungo: un risparmio quantificabile in un terzo della enorme somma che oggi i cittadini europei spendono per la cura di chi è colpito: parliamo di 102 miliardi di euro ogni anno, una cifra che merita qualche riflessione, soprattutto in questi tempi di necessità di risparmio e di risorse ridotte.»

Per scaricare il documento completo  www.trombosi.org.

La trombosi è il meccanismo che causa la stragrande maggioranza delle malattie oggi raggruppate sotto il termine limitativo di cardiovascolari: infarto del miocardio, ictus cerebrale, embolia, ischemia, trombosi venosa o arteriosa sono nel loro insieme la prima causa non solo di morte ma anche di grave invalidità nel nostro Paese e in tutti i Paesi cosiddetti industrializzati.

Durante il recente congresso della Società Europea di Cardiologia a Barcellona, davanti a 35mila cardiologi provenienti  da tutto il mondo, il professor Eugene Braunwald ha dichiarato che è ora che si parli di trombo cardiologia : ci avevano provato in tanti , a far comprendere il concetto che è la trombosi che provoca la stragrande maggioranza delle malattie cosiddette cardiovascolari, ed è un frammento di trombo che diventa embolo a causare la stragrande maggioranza degli ictus cerebrali, o le ischemie o gli infarti del rene, dell’intestino, delle arterie periferiche , che spesso portano all’amputazione o a gravi invalidità.

La prevenzione di queste malattie è efficace e possibile: non richiede necessariamente farmaci o esami diagnostici costosi, ma parte da una onesta analisi del proprio stile di vita, della storia della nostra famiglia, dei nostri punti deboli, del nostro passato; e passa attraverso la scelta di cambiare stile, facendo un SALTO da uno stile che sprecherebbe la nostra salute a uno stile intelligente che ci aiuterebbe ad averne cura. Se vogliamo.

Per questo ALT ha messo nel suo nome e nella sua missione la trombosi al centro del problema: per attirare l’attenzione sul meccanismo che genera malattia di organi diversi, che chiamiamo con nomi diversi ma che senza trombosi non si verificherebbero.

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