Convenzioni di doppia imposizione a Dubai
25 Agosto 2017 da Merellir
Dato che gli Emirati Arabi Uniti non riscuotono le tasse, le convenzioni sulla doppia imposizione sono progettate per rendere gli Emirati Arabi Uniti un territorio più attraente per lavorare riducendo le tasse nella circoscrizione estera sui profitti trasferiti all’estero da società straniere che operano negli Emirati Arabi Uniti e ne paradiso fiscale di Dubai.
In generale, in virtù dei trattati, i profitti derivanti da azioni, dividendi, interessi, royalties e tasse sono imponibili soltanto nello Stato contraente in cui è stato guadagnato il reddito. Inoltre, i dividendi pagati da una società degli Emirati Arabi Uniti per un’altra società che ha firmato un accordo di doppia imposizione con gli Emirati Arabi Uniti non si possono imporre alla società madre straniera nel paradiso fiscale Dubai.
Attualmente, i seguenti paesi hanno firmato un trattato fiscale con gli Emirati Arabi Uniti: Algeria, Cina, Egitto, Finlandia, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Giordania, Kuwait, Corea, Malesia, Malta, Pakistan, Polonia, Romania.
Chiaramente la creazione di una nuova azienda straniera o un ramo di una società esistente dipende dall’imposizione degli Emirati Arabi Uniti, pertanto, per non pagare le tasse sia a Dubai che nel paese d’origine.
La federazione degli Emirati Arabi Uniti è stata fondata nel 1971 dalla fusione di sette emirati, compresa quella del paradiso fiscale Dubai. La costituzione degli Emirati Arabi Uniti prevede che la questione fiscale spetti a ciascuno emirato. Come per gli individui, non v’è alcuna imposta sul reddito o plusvalenza. Ma anche se la legge prevede tasse per le società, le società stabilite in free zone beneficiano di eccezioni e praticamente solo le compagnie petrolifere, ramo gas, petrolchimico e le banche pagano le tasse. Le eccezioni che consentono alle aziende di evitare le tasse sul loro reddito, dipendono dalle varie zone in cui le aziende si stabiliscono per beneficiare di notevoli vantaggi fiscali.
Inserito in Economia e finanza | Nessun Commento »