Quali sono i paradisi fiscali nella white list?
22 Maggio 2017 da Merellir
I paradisi fiscali regolamentati
Poche informazioni, nessuna trasparenza e una tassazione nulla o irrisoria su conti bancari locali e stranieri: queste sono solo alcune tra le più note caratteristiche di un paese facente parte dei cosiddetti “paradisi fiscali”, un termine diventato conosciuto al pubblico anche grazie ad alcune tra le più famose pellicole di Hollywood degli anni ’80. Negli ultimi anni, l’attenzione generale su questo tema così delicato è aumentata moltissimo, e possiamo affermare con certezza che ciò valga tanto per il cittadino medio quanto per la Commissione europea o per le grandi multinazionali come Apple e Amazon.
A seconda del diverso grado di insondabilità del proprio regime finanziario, una nazione può essere inserita nella celebere “Black list”, una serie catalogata di entità non cooperative per ciò che concerne le politiche fiscali internazionali. Sempre in anni più recenti, si ha cominciato ad utilizzare sempre più spesso il termine “Grey list”, lista grigia, per riferirsi a quella serie di paesi che, pur favorevoli alla cooperazione, utilizzano ancora un regime di imposte oscuro o non del tutto conforme agli standard internazionali. Tuttavia, esiste davvero un’omogeneità sovranazionale tra gli stati che vantano un mutuo riconoscimento internazionale per la propria trasparenza fiscale?
È proprio all’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) a cui viene assegnato il compito di giudice supremo sulla trasparenza dei singoli enti statali, regolando il loro eventuale inserimento all’interno della White list internazionale. Tuttavia, esiste la possibilità di sfuggire alle normative in regola servendosi proprio di uno dei paesi presenti in questa White list, ovvero dei paradisi fiscali nella whte list? L’opinione al momento è piuttosto divisa sull’argomento. Ciò che si fatica a comprendere al giorno d’oggi, è che il tema dei paradisi fiscali non riguarda più soltanto posti geograficamente a noi remoti e sconosciuti: basti ricordare come soltanto quest’anno, in Italia, il Vaticano sia entrato a fare parte degli enti europei dotati di trasparenza e cooperazione.
Ciò che stupisce di più seguendo gli sviluppi recenti, è notare come i paradisi fiscali esistano ancora sotto una luce del tutto nuova che ben differisce dall’idea dell’isola circondata da palme verdi e acque limpide. Oggigiorno, il paradiso fiscale si crea e smonta con i differenti accordi internazionali anche all’interno della stessa Unione Europea: si pensi ad esempio ai recenti casi mediatici che hanno coinvolto Apple e Amazon, accusati di aver usufruito di aiuti statali e di aver vissuto per anni una situazione rispettivamente in Irlanda e in Lussemburgo che ponevano restrizioni molto simili a quelle di alcuni paesi facenti ancor oggi parte delle black list internazionali. Perchè questo è il nuovo volto del paradiso fiscale; non più un ente fisico, ma un’ombra capace di nascondersi all’interno di stati che godono di piena fiducia e cooperazione da parte dell’Europa e degli stati parte della White list.
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