La nuova manovra fiscale del 2017
23 Dicembre 2016 da Merellir
La scorsa settimana è stata approvata dal Senato una manovra di 27 miliardi di euro, con la legge di bilancio 2017 che vede il pil dell’anno prossimo in crescita dell’1%, il deficit al 2,3%, il debito pubblico al 133,7%.
Questa legge è stata fatta in teoria per consentire una veloce soluzione della crisi di Governo.
La misura fatta più costosa che è stata proposta è il congelamento riguardo l’aumento IVA che va fino al 2018, per un costo di 15,4 miliardi.
La manovra inoltre indica entrate o risparmi per 34,5 miliardi e le spese pari a 22,5 miliardi. Sui conti pubblici le principali misure di questa manovra andrebbero a toccare:
Pensioni- La misura prevista è l’anticipo pensionistico volontario, finanziato dalle banche che però comporta in ogni caso una spesa di ca 70 milioni di euro presi dal Fondo di Garanzia.
L’APE è la nuova possibilità di avere le pensioni anticipate per alcune categorie di lavoratori (ovvero disoccupati, disabili, impiegati di mansioni usuranti), ed è finanziata invece dal denaro pubblico, per 300 milioni di euro previsti nel 2017. La pensione anticipata viene data con 41 anni di contributi e vale 360 milioni di euro.
Il costo per la salvaguardia degli esodati, per l’ottava volta, tutela 30mila 700 lavoratori esodati ovvero quelli che erano stati licenziati quindi senza stipendio ma che erano anche senza pensione dopo la famosa Riforma Fornero, ammonta a 137 milioni di euro. la flessibilità in uscita riguardo i lavori usuranti vale invece 84,5 mln di euro.
Le altre misure della Riforma Pensioni sono il cumulo gratuito dei contributi: per 102 milioni;
La quattordicesima mensilità per 800 milioni e la legge per le lavoratrici nate nel periodo che è l’ultimo trimestre dell’anno per 18,3 milioni.
Imprese – Si prevede un superammortamento e un nuovo iperammortamento per ivnestire nel digitale con un costo pubblico pari a 9 miliardi fino al 2024.
Il credito d’imposta per la ricerca e sviluppo inizierà nel 2018, con 727,1 milioni annui di costo. L’impegno del costo per lo Stato è quindi di 3,5 miliardi fino al 2021 . Lo stesso vale per il credito d’imposta degli alberghi, che nel 2018 arriverà a 60 milioni, e saranno poi 120 nel 2019.
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