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” Sindrome Aerotossica “: minaccia per la salute dei piloti di linea e dei passeggeri?

22 Ottobre 2016 da dagata

” Sindrome Aerotossica “: minaccia per la salute dei piloti di linea e dei passeggeri?

I voli aerei sono una realtà abbastanza sicura. Tuttavia, recentemente alcuni piloti francesi hanno sollevato preoccupazioni circa la “Sindrome Aerotossica”, una condizione mortale causata dalla contaminazione del ricircolo dell’aria originata dal motore dell’aereo. Nello specifico, la causa della Aerotoxic Syndrome, viene attribuita all’inalazione di aria contaminata dai vapori tossici degli oli dei motori, all’interno di un aeroplano. Il sistema di ricircolo d’aria di un aeromobile, pompa aria dall’esterno: inizialmente per mezzo di pompe meccaniche, in tempi più moderni attraverso l’aria compressa dei turbomotori. Tuttavia, alcuni studi hanno rilevato che gli unici effetti nocivi possono essere rilevati nella cabina di pilotaggio, una preoccupazione per i piloti ma non per i passeggeri, come riferiscono le autorità dell’aviazione civile della Gran Bretagna, secondo cui non vi è “nulla per cui i passeggeri o l’equipaggio dovrebbero essere preoccupati.” Solo che nel febbraio 2015 in Gran Bretagna un “coroner”, ha identificato la causa di morte avvenuta nel 2012 di un pilota, il 43enne Richard Westgate, della British Airways: sarebbe stata l’aria contaminata della cabina di pilotaggio durante i turni di volo/lavoro. Il responso ha fatto scattare i primi approfondimenti sul nesso eziologico tra habitat di bordo e rischio sulla salute. Dopo anni di persistenti mal di testa, nausea e fatica cronica che avrebbero, alla lunga, nel corso degli anni di volo, innescato e determinato attraverso “fumi tossici” aspirati il malanno che avrebbe causato, alla fine, la morte del pilota. Dopo il parere scientifico, in Gran Bretagna almeno una cinquantina di piloti comandanti di differenti Paesi, di cui alcuni in pensione, con decine di migliaia di ore di volo sono intenzionati a fare causa, denunciando la criticità dell’ambiente dell’aria di bordo e il rischio correlati al tempo passato a bordo di una malattia tenuta nascosta, almeno dagli anni ’50. Sino a qualche anno fa proprio per l’assenza di informazione, anche la maggior parte dei medici non è stata in grado di diagnosticarla e curare tempestivamente gli ammalati. Alcuni esperti sono convinti che dei filtri risolverebbero il problema, evitando la dispersione di una neurotossina presente nell’olio dei motori, la Tricresyl phosphate (TCP, Fosfato tricalcico). Questa sostanza, il TCP, viene utilizzata come additivo alimentare in quanto rientra negli antiossidanti e regolatori di acidità sotto la categoria dei fosfati di calcio con sigla E341. Alla luce di questa denuncia dei piloti francesi, commenta Giovanni D’Agata dello “Sportello dei Diritti”, le indagini e verifiche e perizie troveranno sostanziali contraddittori nel corso delle udienze che non solo in Gran Bretagna e in Francia ma anche in tanti Paesi troveranno udienza. Spostarsi sempre più rapidamente da un posto all’altro del Pianeta Terra è una realtà sempre più praticata e indispensabile nella civiltà e comunità contemporanea, anche se occorre e occorrerà stimare e verificare il rischio per la salute.

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