Brasile, troppo pelo di ratto nel concentrato di pomodoro di 5 prodotti: ANVISA ne proibisce la vendita.
9 Settembre 2016 da dagata
Brasile, troppo pelo di ratto nel concentrato di pomodoro di 5 prodotti: ANVISA ne proibisce la vendita. Lotti dei prodotti sono stati ritirati dal mercato nazionale brasiliano.
Troppo pelo di topo nel concentrato di pomodoro anche se sembra che una certa quantità di pelo di ratto sia ammessa nel concentrato di pomodoro brasiliano. Ma quando è troppo è troppo. ANVISA, l’organismo di vigilanza sui prodotti di carattere medico e sanitario che vengono commercializzati in Brasile, ha ordinato il ritiro urgente da tutti gli scaffali dei supermercati brasiliani di 5 prodotti di concentrato di pomodoro. L’azienda produttrice, Cargill Agrícola, una multinazionale statunitense, attiva principalmente nel settore alimentare, considerata l’azienda a controllo familiare più grande del mondo ha ritirato i lotti sul piano nazionale. Si tratta dei marchi Amorita, Aro, Elefante, Predilecta e Pomarola. Il provvedimento colpisce il concentrato di pomodoro dei lotti L011810 del marchio Elephant, conservato nelle confezioni di latta da 340 gr e la data di scadenza minima del 7/10/16; il lotto L032502 del concentrato di pomodoro marchio Elephant, confezionato in lattina da 190 gr e la data di scadenza minima dell’08/18/17 e il lotto L030903 della tradizionale salsa di pomodoro marchio Pomarola, in confezione di latta da 340 gr e la data validità minima del 08/31/17. Tutti i prodotti sono stati vietati da ANVISA sin dal 28 luglio. Al momento, ne è stata vietata la commercializzazione, contenendo il prodotto una soglia del pelo di ratto al di sopra dei limiti di legge rendendo il concentrato di pomodoro non idoneo al consumo. Le lattine di concentrato di pomodoro, spiega Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, sono state vendute in tutto il paese in Brasile, principalmente nelle catene dei supermercati. Non è dato sapere, però, se anche in Italia il prodotto in questione sia stato inscatolato e commercializzato con altro marchio.
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