La sicurezza e la qualità dei farmaci
30 Maggio 2014 da Punto Informativo Farmaco
La qualità dei farmaci: il principio attivo e la sua qualità Gli eccipienti.
Risponde Luca Gallelli, Professore di Farmacologia Clinica presso l’Università di Catanzaro.
La qualità di ciascun farmaco è la condizione necessaria per ottenere l’efficacia clinica e la tollerabilità. Affinché una formulazione farmacologica possa essere di qualità tutti i costituenti del farmaco, dal principio attivo agli eccipienti, devono essere prodotti in accordo con le Norme di Buona Fabbricazione. Mentre il principio attivo svolge la sua funzione farmacologica, gli eccipienti malgrado non abbiano un effetto diretto sull’attività del farmaco svolgono altre funzioni importanti tra cui per esempio: protezione del principio attivo dalle variazioni climatiche (freddo, caldo, umidità), correzione del sapore (palatabilità), riduzione delle contaminazioni microbiche (conservanti) o del rischio di precipitazioni (stabilizzanti).
Comunque, bisogna considerare che al pari dei principi attivi, gli eccipienti devono essere considerati quando si parla di sicurezza di una formulazione. Infatti, la presenza di saccarosio deve essere attentamente valutata nei pazienti diabetici, il lattosio non è indicato in soggetti intolleranti a questa sostanza mentre l’aspartame non dovrebbe essere utilizzato nei pazienti con fenilchetonuria. Altri eccipienti, come gli edulcoranti, possono determinare reazioni allergiche.
Quali caratteristiche determinano la qualità di un farmaco?
La qualità dei farmaci è ottenuta mediante un insieme di procedure previste dalla legge comunitaria, le Norme di Buona Fabbricazione, messe in atto dal fabbricante a partire dall’approvvigionamento delle materie prime fino al rilascio sul mercato di ciascun lotto del farmaco stesso. Le Norme di Buona Fabbricazione contengono disposizioni e prevedono i relativi controlli:
- sulle materie prime impiegate nella produzione, quali la concentrazione, la purezza e la stabilità del principio attivo e degli eccipienti presenti nel medicinale.
- durante tutte le fasi della produzione del prodotto finito, inclusa quella di confezionamento.
I controlli relativi alla qualità sono effettuati anche attraverso attività di ispezione presso i siti di produzione di medicinali e di materie prime e devono rispondere a standard definiti a livello europeo. Le ispezioni sono condotte dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), se per l’autorizzazione del medicinale viene seguita la procedura nazionale (cioè se la richiesta di AIC da parte della ditta viene presentata all’AIFA per un medicinale destinato al solo mercato italiano), oppure dai vari paesi membri dell’Unione Europea (Italia inclusa) se viene seguita la procedura di mutuo riconoscimento o decentrata.
Perché i farmaci branded sono sicuri?
In generale tutti i farmaci immessi in commercio e quindi valutati e validati tramite l’Autorizzazione di Immissione in Commercio dall’AIFA dovrebbero essere sicuri. Comunque, i farmaci branded rispetto ai farmaci generici sono sottoposti a studi di tossicità (Studi preclinici) e di sicurezza (Studi clinici) al fine di valutare, e quindi predire, il rischio di sviluppare eventi avversi nella popolazione dopo la commercializzazione. Pertanto, si otterranno dati di rapporto rischio/beneficio. Se la molecola ha un buon rapporto rischio/beneficio rispetto al placebo e/o al gold standard di riferimento (miglior farmaco impiegato per quella patologia), allora il nuovo farmaco potrà essere immesso in commercio.
È sicuro passare, durante una terapia, da un farmaco branded ad uno generico? Perché?
Il problema dello switch di terapia tra farmaco branded a farmaco generico o tra farmaco generico e farmaco generico rappresenta un problema non secondario per almeno due aspetti. Il primo aspetto è correlato alla sicurezza: infatti prima di effettuare lo switch bisognerebbe valutare attentamente le condizioni cliniche del paziente ed il farmaco da prescrivere, per tale motivo la scelta del farmaco da prescrivere branded o generico dovrebbe essere effettuata dal medico prescrittore. Infatti se le differenze nella biodisponibilità o negli eccipienti potrebbero non aver alcun significato in alcuni pazienti, essi potrebbero invece essere importanti per farmaci a basso indice terapeutico (es. immunosoppressori, antiaritmici, antiepilettici, etc) o in pazienti con intolleranza ad eccipienti.
Il secondo motivo è rappresentato dall’aderenza, che ad oggi rappresenta ancora una delle cause di mancato controllo clinico nei pazienti in terapia. Per tale motivo, potrebbe accadere che la variazione del colore della scatola o del tipo di confezione possa indurre ad una ridotta assunzione del farmaco da parte del pazienti o addirittura ad un errore di somministrazione se si tratta di formulazioni simili per blister.
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