Denuncia – esposto sulle banche dati IVASS. Arriva la risposta dell’Autority
20 Novembre 2013 da dagata
Denuncia – esposto sulle banche dati IVASS. Arriva la risposta dell’Autority. Il Garante per la protezione dei dati personali vigila sui diritti degli interessati e sul trattamento posto in essere dalle compagnia di assicurazione. Prevista modifica dei c.d. “modelli di constatazione amichevole” (CAI).
Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, esprime grande soddisfazione per la risposta ricevuta dall’Autorità Garante per la protezione dei dati personali in relazione alla denuncia sporta qualche mese addietro circa alcune prassi non molto trasparenti nei confronti dei cittadini e degli assicurati in genere, che attengono in particolare alla costituzione della c.d. “banca dati dei testimoni”.
Erano, infatti, stati segnalati anche grazie all’ausilio degli esperti che collaborano con l’associazione, in particolare dell’avvocato Graziano Garrisi, esperto per l’appunto in privacy e diritto delle nuove tecnologie, alcuni profili di violazione in materia di Privacy relativamente al mancato conferimento dell’informativa ex art. 13 d.lgs. 196/2003, delle possibili difficoltà per gli interessati nell’esercitare i diritti di cui all’art. 7 d.lgs. 196/2003 e alla mancata previsione di tempi certi (e limitati) di conservazione dei dati dei “testimoni” inseriti in questa grande banca dati.
L’Autorità, pertanto, consapevole dei rischi connessi alla proliferazione – nel campo assicurativo – di complessi di dati personali, ha sottolineato di aver avuto già modo di manifestare le proprie perplessità innanzi all’IVASS, mediante un parere formale (che sarà oggetto di prossima pubblicazione sul sito web istituzionale www.garanteprivacy.it).
A tale Istituto sono state rivolte alcune raccomandazioni sulla procedure di organizzazione e funzionamento, nonché sulle modalità e condizioni di accesso a tale banca dati. Inoltre, è stato sottolineato come sia assolutamente necessario dare adeguata evidenza dell’esistenze di tali “banche dati” (e dei connessi trattamenti) già in sede di raccolta del dato (ovvero della dichiarazione testimoniale) e, pertanto, molto probabilmente saranno modificati i c.d. “modelli di constatazione amichevole” (CAI), mediante l’inserimento di un’informativa breve da cui possano trarne beneficio oltre agli interessati, anche i soggetti nella cui disponibilità pervengono, a vario titoli, i dati personali.
Le compagnie assicurative, inoltre, potranno (o, a nostro avviso, dovranno) pubblicare un’informativa completa, che riporti anche tali trattamenti nei confronti dei testimoni, sul proprio sito web aziendale.
Di seguito la risposta integrale del dirigente del “Dipartimento Realtà Economiche e Produttive” del dall’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, al comunicato – esposto presentato dallo “Sportello dei Diritti” lo scorso 22 settembre.
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