Trote sempre più dipendenti dalla metanfetamine a causa dell’inquinamento da droga
9 Giugno 2024 da dagata
Trote sempre più dipendenti dalla metanfetamine a causa dell’inquinamento da droga. Gli scienziati avvertono che sostanze come caffè, tranquillanti, antidepressivi, cocaina, eroina e metanfetamine stanno entrando negli ecosistemi attraverso le acque reflue
Ogni anno oltre 269 milioni di persone nel mondo fanno uso di droghe. Spesso dimenticato in questa storia è un problema di biologia di base. Ciò che entra in noi deve uscire… Di conseguenza, le fogne sono inondate di farmaci che vengono escreti dal corpo, insieme ai componenti chimici scomposti che hanno effetti simili ai farmaci stessi. Gli impianti di trattamento delle acque reflue non filtrano queste cose: non sono mai stati progettati per farlo. Inoltre, gran parte delle acque reflue finiscono non trattate nei fiumi e nelle acque costiere. Una volta nell’ambiente, i farmaci e i loro sottoprodotti possono avere effetti sulla fauna selvatica. In uno studio precedente pubblicato sul Journal of Experimental Biology, ricercatori della Repubblica Ceca hanno studiato come la metanfetamina, uno stimolante con un numero crescente di consumatori in tutto il mondo, potrebbe influenzare le trote selvatiche. Alcuni anni dopo, sembra che le trote diventino sempre più dipendenti dalla metanfetamina a causa dell’inquinamento dell’acqua da parte della droga. Gli esperti avvertono ora che sostanze che vanno dalla caffeina, ai tranquillanti, agli antidepressivi, alle pillole anticoncezionali, alla cocaina, all’eroina e alla metanfetamina stanno entrando negli ecosistemi attraverso scarichi illegali e… liquami sospetti nei porti e nelle strutture sanitarie. Gli esperti hanno scoperto una trota dipendente dalla metanfetamina e una specie di pesce persico europeo che sembrava non aver paura dei predatori più grandi grazie all’uso di… antidepressivi. Michael Bertram, professore assistente presso l’Università svedese di scienze agrarie e uno degli autori principali di uno studio sui pesci che hanno assunto farmaci e altre sostanze, ha avvertito: “Quando una persona prende una pillola, non tutto il farmaco si scompone in nostro corpo e così attraverso le nostre feci, i rifiuti vengono rilasciati direttamente nell’ambiente. Ad esempio, è stato scoperto che i pesciolini Fathead (Pimephales promelas), pesce utilizzato in studi ecologici, avevano alti livelli di ansia dopo essere stati esposti ad alti livelli di caffeina. L’inquinamento da antibiotici, ha colpito anche i microbi vitali del mondo acquatico. La D.ssa Diana D’Agata, Veterinary Surgeon nel Regno Unito, afferma che l’inquinamento dell’acqua ha raggiunto proporzioni enormi negli ultimi decenni. Avverte che ora è una questione di biodiversità globale e necessita di maggiore attenzione a livello internazionale. Infine, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, chiede ai giganti farmaceutici di produrre farmaci più ecologici che si decompongono più facilmente nel corpo umano per non danneggiare la fauna selvatica.
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