Comunicati stampa

Durante il periodo della pandemia, alcuni settori produttivi avevano beneficiato di un boom della domanda che aveva alimentato profitti da record. Una volta finita la crisi sanitaria, lo scenario però si è drasticamente capovolto. Adesso una gran parte di quelle aziende stanno facendo i conti con delle perdite significative.

Bruciata una montagna di profitti

Secondo alcuni dati riportati dal Financial Times, le aziende che più di tutti avevano guadagnato con la crisi sanitaria hanno avuto un calo di mercato pari a 1,5 miliardi di dollari, perché gli investitori gli hanno voltato le spalle dopo averli spinti in alto durante i lockdown.

Tra queste aziende ce ne sono molte appartenenti al settore tecnologico, che erano state quelle con i maggiori profitti percentuali nel 2020, e che erano diventate il perno di ogni strategia trend following durante la crisi sanitaria. Dalla fine della pandemia però hanno perso circa un terzo del loro valore.

Alcuni casi emblematici

Il caso più eclatante è quello della società di videoconferenze Zoom. Grazie ai lockdown, le sue azioni in borsa erano cresciute del 765% nel corso del 2020, dal momento che l’utilizzo era cresciuto con il passaggio di molte aziende alla modalità di lavoro smart working. A quel tempo le figure di candele giapponesi erano solo rialziste, e tutti gli investitori compravano e compravano. Dalla fine del 2020 in poi però le azioni sono cromate dell’ 80%, bruciando così oltre 77 miliardi di dollari.

Un altro caso eclatante è quello di Ring Central, una società di comunicazione basata sul cloud. Anche in quel caso il lavoro a distanza aveva innescato una crescita del titoli in borsa. Dopo la fine della crisi sanitaria, le azioni hanno perso il 90%. Casi simili si sono verificati anche in altri settori, come ha sperimentato il produttore di biciclette Peloton, che ha perso il 97% in borsa, ossia circa 43 miliardi di dollari.

Anche Tesla è andata in difficoltà

L’elenco delle aziende che ha subito perdite importanti negli ultimi anni però è decisamente lungo e coinvolge colossi come Tesla, nell’ultimo biennio ha perso quasi 600 miliardi di dollari di capitalizzazione. Sono stati duramente colpiti anche i gruppi di e-commerce come Shopify, che durante la pandemia avevano prosperato grazie all’aumento degli acquisti online.