L’aria nella maggior parte delle auto è carica di agenti cancerogeni
19 Maggio 2024 da dagata
L’aria nella maggior parte delle auto è carica di agenti cancerogeni. A scoprirlo una ricerca americana. Il rapporto rivela in modo scioccante un pericolo nascosto in agguato nell’aria che respiriamo quotidianamente in auto. Ecco i risultati scioccanti dello studio. Lo Sportello dei Diritti: “Affrontare il problema e promuovere il cambiamento”
Immagina di andare al lavoro, accompagnare i tuoi figli a scuola o semplicemente fare commissioni in macchina. Ora, immagina che con ogni respiro che fai all’interno del tuo veicolo, stai inalando potenziali agenti cancerogeni. Questa sorprendente realtà è stata rivelata da recenti ricerche, facendo luce su un pericolo nascosto in agguato nell’aria che respiriamo quotidianamente.I ricercatori della Duke University, North Carolina-USA hanno scoperto che l’aria all’interno di praticamente tutti i veicoli personali è contaminata da ritardanti di fiamma dannosi. Queste sostanze chimiche, spesso utilizzate nella schiuma dei sedili e in altri materiali, vengono aggiunte per soddisfare gli standard federali di infiammabilità obsoleti, nonostante non abbiano comprovati vantaggi in termini di sicurezza antincendio. L’autrice principale Rebecca Hoehn della Duke University ha sottolineato l’importanza di questi risultati, soprattutto considerando che l’autista medio trascorre circa un’ora in macchina ogni giorno. Nel caso in Italia, in particolare a Roma, le persone possono spesso rimanere bloccate nelle loro auto anche per due ore nel traffico delle ore di punta. Lo studio ha analizzato 101 auto negli Stati Uniti, tutte risalenti agli anni modello 2015 o successivi. In modo allarmante, il 99% di queste auto conteneva tris (1-cloro-isopropil) fosfato (TCIPP), un ritardante di fiamma sotto inchiesta come potenziale cancerogeno. Inoltre, sono stati rilevati altri ritardanti di fiamma organofosfati esteri, tra cui tris (1,3-dicloro-2-propil) fosfato (TDCIPP) e tris (2-cloroetil) fosfato (TCEP), entrambi riconosciuti come cancerogeni dalla Proposition 65 della California. Queste sostanze chimiche non sono state collegate solo al cancro ma anche a danni neurologici e riproduttivi. Le implicazioni di questi risultati sono profonde, soprattutto per le popolazioni vulnerabili come i bambini e gli individui con spostamenti più lunghi. Gli studi hanno dimostrato che l’esposizione ai ritardanti di fiamma può portare a una diminuzione del QI nei bambini, con alcune stime che suggeriscono un aumento di quattro volte del rischio di cancro per coloro che hanno alti livelli di queste sostanze chimiche nel sangue. Inoltre, lo studio ha evidenziato una tendenza preoccupante per quanto riguarda la temperatura e le concentrazioni chimiche. Il clima più caldo è stato associato a livelli più elevati di ritardanti di fiamma nell’aria, poiché i gas di scarico dei componenti interni come la schiuma dei sedili aumentano a temperature più elevate. Considerando che gli interni dei veicoli possono raggiungere temperature fino a 150 gradi Fahrenheit, ciò rappresenta un serio rischio, soprattutto nei climi più caldi. Gli autori dello studio, insieme ad organizzazioni come l’Associazione internazionale dei vigili del fuoco, stanno sollecitando gli organismi di regolamentazione come la National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) degli Stati Uniti ad aggiornare gli standard di infiammabilità. Sostengono che gli standard attuali non solo non riescono a fornire vantaggi significativi in termini di sicurezza antincendio, ma contribuiscono anche a tassi più elevati di cancro tra i vigili del fuoco a causa della maggiore tossicità durante gli incendi. Un esempio degno di nota è l’aggiornamento dello standard di infiammabilità della California per mobili e prodotti per bambini, che ha portato a livelli più bassi di ritardanti di fiamma nelle case mantenendo o migliorando la sicurezza antincendio. Questo successo sottolinea la possibilità di raggiungere standard più sicuri senza compromettere la protezione antincendio. I ritardanti di fiamma, compresi gli esteri organofosfati (OPE) come TCIPP e TDCIPP, sono ampiamente utilizzati in vari prodotti di consumo. Queste sostanze chimiche, una volta rilasciate nell’aria, possono essere inalate o assorbite attraverso il contatto, contribuendo all’esposizione umana. Gli studi hanno collegato l’esposizione ai ritardanti di fiamma con una serie di problemi di salute, dalla neurotossicità per lo sviluppo ai danni riproduttivi e al cancro. Nonostante le restrizioni su alcuni ritardanti di fiamma come gli eteri di difenile polibromurato (PBDE), i loro sostituti, come gli OPE, continuano a comportare rischi per la salute. La necessità di una ricerca completa e di normative aggiornate è evidente, soprattutto in ambienti come i veicoli in cui le persone trascorrono quantità significative di tempo.I risultati di questa ricerca, secondo Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, servono come un campanello d’allarme, evidenziando l’urgente necessità di affrontare la presenza di sostanze chimiche cancerogene nei nostri ambienti quotidiani, in particolare nei veicoli dove l’esposizione può essere significativa. Dunque, sono un invito all’azione: dall’aggiornamento degli standard di infiammabilità alla promozione di alternative più sicure, sono necessari sforzi concertati per proteggere la salute pubblica e ridurre i rischi associati all’esposizione ai ritardanti di fiamma. Come consumatori, essere informati su questi rischi ci consente di fare scelte che danno priorità al nostro benessere. Che si tratti di sostenere modifiche normative o di adottare semplici misure come parcheggiare all’ombra e ventilare i nostri veicoli , ogni azione conta per mitigare l’impatto delle sostanze chimiche dannose nelle nostre auto. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica bisettimanale sottoposta a peer review “Environmental Science & Technology”. Giovanni D’Agata, inoltre, consiglia vivamente a coloro che trascorrono molto tempo nelle loro auto che contengono molti di questi agenti cancerogeni di sottoporsi a screening annuali del cancro.
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