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Industria, il piombo si usa sempre di meno ma il prezzo non scende

26 Marzo 2024 da helly

Negli ultimi anni l’utilizzo del piombo ha subito un drastico cambiamento. L’industria infatti ha ridotto la richiesta di questo metallo, sia per la sua grande tossicità che per la sua natura fortemente inquinante. Eppure il prezzo non cala come ci si potrebbe aspettare. Come si spiega?

Un metallo insostituibile per l’industria

mercato piomboNonostante il calo avvenuto in molti settori produttivi, il piombo trova ancora un forte spazio in certi settori dell’industria. Ad esempio, mentre il comparto dell’edilizia è riuscito rapidamente a sostituire il piombo con altri metalli, comparti come quello dei trasporti e dell’industria medica hanno ancora molte difficoltà a sostituirlo.

Questo accade perché alcune proprietà rendono il piombo quasi unico: la sua densità elevata, la sua resistenza alla corrosione, la duttilità e la facile riciclabilità.

La correzione blanda dopo il forte rally

Assodato che in alcuni settori la domanda di piombo continua ad essere robusta, riguardo l’andamento dei prezzi al London Metal Exchange (LME), dove questo metallo è quotato, c’è da evidenziare una doppia fase, che nel gergo tecnico si chiama a “diamante” (Diamond pattern).

Nel periodo compreso tra il 2005 e il 2007 i prezzi più che raddoppiarono, arrivando a 2.500 dollari per tonnellata. A quell’epoca la spinta arrivava dalle richieste di alcuni paesi emergenti come Cina, India e Brasile. Ma il rialzo era innescato anche da una forte componente speculativa.

In seguito c’è stata una correzione, che tuttavia è stata molto più debole rispetto a quel boom. Non si è concretizzato il “gioco” a zero spread, visto che i prezzi del piombo sono comunque rimasti attorno ai 2000 dollari per tonnellata.

Le previsioni sul piombo

Nonostante il calo dell’utilizzo del piombo nell’industria, questo metallo rimane ancora molto importante e difficilmente assisteremo a un calo massiccio della richiesta nel breve o medio periodo. Per questo motivo alcuni sondaggi effettuati da Consensus Economics, pur avendo un ampio intervallo di previsione – compreso tra i 1800 e i 2400 dollari per tonnellata – in ogni caso non prevedono dei bruschi cali di prezzi. Anzi, nella maggior parte dei casi le stime sono per una crescita blanda nei prossimi mesi.

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