Geoplant amplia l’offerta con l’asparago made in Italy
20 Febbraio 2020 da Borderline Agency
Non solo fragole e piante da frutto: l’azienda romagnola inizierà a commercializzare zampe da asparago a partire dal mese di marzo, proponendo al mercato le principali varietà nazionali ed estere, dalle più precoci alle più tardive, dal verde al bianco, al selvatico
Novità importanti in casa Geoplant. L’azienda agricola romagnola, presente sul mercato da quasi quarant’anni, ha deciso di ampliare la già ampia gamma della propria offerta, introducendo la vendita di una nuova specie, l’asparago. Con questa scelta Geoplant, da sempre specializzata nel miglioramento genetico e nell’innovazione varietale nel settore della fragola e del pesco, dichiara la volontà di rispondere alla forte richiesta del mercato che vede l’Italia tra i primi tre consumatori di asparago a livello europeo, con picchi di interesse in Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Puglia e Campania. Una scelta che oltretutto si allinea con il trend del settore che vede i vivai specializzati nella produzione di fragola proporre, da diversi anni, anche l’asparago in quanto specie facilmente abbinabile a livello vivaistico.
A partire da marzo 2020 Geoplant lancerà sul mercato nazionale, professionale e hobbistico, le principali varietà di asparago sia verde che bianco, sia violetto che selvatico. Dalle più precoci alle più tardive il vasto assortimento comprende le seguenti cultivar quali: Ercole, Franco, Giove, Eros, sia bianchi che verde. A queste si aggiungono le cultivar nordiche come il Cumulus (verde o bianco), di natura precoce e l’intermedio Grolim (solo bianco). Infine, l’offerta si completa con le varietà verdi Grande e Vegalim, indicate soprattutto per il mercato del Sud Italia, dove hanno già dimostrato un’importante resa.
Grazie a questa scelta, Geoplant conferma la propria vocazione di player responsabile e di qualità, impegnato a supportare la filiera agricola nazionale grazie alla capacità di interpretare le esigenze di coltivatori diretti, cooperative, consorzi fino all’industria e alla grande distribuzione. L’azienda romagnola si conferma così un interlocutore privilegiato per tutti i componenti della filiera italiana ed estera e del tessuto produttivo che, in questi anni, ha sofferto gli andamenti altalenanti derivanti dai fattori climatici e dalle emergenze fitosanitarie.
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