La capacità sensitiva innata nei primi anni di vita dell’essere umano
13 Febbraio 2020 da Adelio Vaquez
È impressionante come un bambino, già nei primi mesi di vita, riesca ad immagazzinare un enorme quantità di dati, senza ricorrere a un tutor, o a un maestro di vita. È altrettanto straordinario come lo stesso bimbo riesca a trasmettere le proprie emozioni, i propri sogni, con semplici segni o figure, più o meno incisi, più o meno colorati, tanto da fare invidia persino a qualsiasi artista di spicco.
In merito a ciò, a qualcuno potrà sorgere una domanda.
Per caso trattasi di una dote innaturale?
No, affatto! Ripeto e sottolineo! Trattasi semplicemente di una normale capacità sensitiva innata, che, purtroppo, a ogni essere umano viene occluso già dall’età di 8-10 anni, con estrema preponderanza, dall’attuale “Società Civile”, ovvero, dai soliti benpensanti e intellettuali, a cui attribuisco il nomignolo di “pavoni intellettuali”, ricchi cioè di ampollosa presunzione anziché di sapienza, per fare posto a una visione razionale distorta, oltre che estremamente limitata. In sostanza è come se, ad ogni essere umano, venisse cementificata la propria anima, il proprio spirito, ovvero, quel fulcro con il quale lui stesso riuscirebbe, per così dire, sollevare il mondo con un dito. Pertanto, la perdita della propria unicità spirituale, ovvero della propria anima e del proprio spirito, riduce l’uomo a una semplice merce da disporre e muovere nel tempo e nello spazio, per l’appunto, da coloro che detengono le redini della stessa “Società Civile”, oltre che dal “Potere Occulto”.
Adelio Vaquez
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