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Tassi di interesse, Erdogan e quella vecchia teoria che nessuna banca condivide

28 Settembre 2018 da helly

Il tracollo economico della Turchia ha soprattutto un volto, quello del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Le sue teorie su come rilanciare l’economia e quelle su come contrastare inflazione e svalutazione tramite il movimento dei tassi di interesse, hanno viaggiato in senso opposto a quello che generalmente si pensa.

La teoria di Erdogan sui tassi di interesse

tassi di interesse erdoganGeneralmente quando l’inflazione crolla e la valuta pure, le banche centrali agiscono alzando i tassi di interesse. Lo ha fatto – dopo aver incontrato durissime resistenze – anche l’istituto centrale di Ankara, beccandosi il rimprovero del presidente: “I tassi di interesse sono la causa, l’inflazione l’effetto. Se dite l’opposto, amici miei, non capite il problema”. In realtà il benefico c’è stato subito: la Lira è risalita di poco, e la coppia Usd-Try s’è mosso di poco sotto la sua media mobile trading. Va aggiunto che non è neppure stata la prima volta che il presidente ha insistito sulla relazione diretta tra costo del credito e prezzi al consumo. Lui vorrebbe denaro a basso costo per il popolo e le aziende. Ma se questo tipo di politica ha alimentato la crescita, lo ha fatto generando una situazione esplosiva a livello debitorio. E di certo una situazione del genere non può durare a lungo.

L’americano Fisher

Quello che ha fatto Erodgan è prendere la già molto dibattuta teoria di Irving Fisher (economista americano morto nel 1947), provando a sfruttarla in modo opportunistico. Una teoria alla quale il mondo accademico non ha mai trovato riscontri, ma soprattutto che nessuna banca centrale si sognerebbe mai di sperimentare. L’idea di fondo della teoria di Fisher è che se i tassi reali sono determinati dall’economia “reale” e sfuggono al controllo della politica economica, se vengono alzati i tassi ufficiali (nominali) allora aumenterà l’inflazione, almeno nel medio periodo. Al contrario, un taglio dei tassi spingerà al ribasso l’inflazione.

Ora, questa teoria è dibattuta ampiamente, ma è evidente che la politica dei tassi bassi e del denaro a basso costo non ha proprio fatto bene alla Turchia. La Lira ha perso metà del suo valore contro il dollaro in pochi mesi, con un Three white soldiers pattern che induce a ritenere che la storia andrà ancora avanti di questo passo.

Un’ultima annotazione sul Neo-fisherismo: questa teoria è riemersa negli Stati Uniti di recente, ma durante una fase di bassa inflazione e tassi bassi. Di certo non proprio simile alla situazione di Ankara.

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