Apologia fascista. Scritta «dux», vandalizzato nella notte l’anfiteatro romano a Lecce.
11 Settembre 2018 da dagata
Apologia fascista. Scritta «dux», vandalizzato nella notte l’anfiteatro romano a Lecce.
La firma dell’imbecillità è stata lasciata con il pennarello nero, indelebile, ben visibile a caratteri cubitali, sulla balaustra esterna dell’Anfiteatro Romano a Lecce. In un punto, l’antichissimo manufatto è stato imbrattato con la scritta “dux” che chiaramente rappresenta un’occasione per inneggiare al fascismo. Il vandalo si è accanito sulla balaustra esterna del monumento antistante l’arena. L’anfiteatro romano, insieme al teatro, è il monumento più espressivo dell’importanza raggiunta da Lupiae, l’antenata romana di Lecce, tra il I e il II secolo d.C. La datazione del monumento è ancora oggetto di discussione e oscilla tra l’età augustea e quella traiano-adrianea. Il monumento venne scoperto durante i lavori di costruzione del palazzo della Banca d’Italia, effettuati nei primi anni del ‘900. Le operazioni di scavo per riportare alla luce i resti dell’anfiteatro iniziarono quasi subito, grazie alla volontà dell’archeologo salentino Cosimo De Giorgi e si protrassero sino al 1940. Attualmente è possibile ammirare solo un terzo dell’intera struttura, in quanto il resto rimane ancora nascosto nel sottosuolo di piazza Sant’Oronzo dove si ergono alcuni edifici e la chiesa di Santa Maria della Grazia. Del monumento, realizzato in parte direttamente nella roccia e in parte costruito su arcate in opera quadrata, rimangono allo scoperto, oltre ad una parte dell’arena ellittica, intorno alla quale si sviluppano le gradinate dell’ordine inferiore, due corridoi anulari, uno che corre sotto le gradinate, l’altro, esterno, porticato, cui appartengono i numerosi e robusti pilastri, sui quali era imposto l’ordine superiore scandito, al pari di altri similari monumenti, dal Colosseo all’Arena di Verona, in una galleria di fornici. Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” individua in questa pensata “una chiara forma di apologia del fascismo”(reato sanzionato dal codice penale italiano) ed esorta l’intervento della Soprintendenza dei Beni Storici Artistico per rimuovere immediatamente la scritta. Resta comunque il danno al simbolo storico che è anche un monumento, oltre al tempo e a i soldi che si dovranno spendere per cancellarla.
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