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Dazi, Cristina Scocchia (Illycaffè): pensiamo di produrre negli USA per il mercato americano

8 Marzo 2025 da officecsweb

L’AD Cristina Scocchia ha raccontato in un’intervista rilasciata ad “Adnkronos” come Illycaffè si stia preparando all’eventualità che Trump confermi i dazi sui prodotti UE: “Valutiamo la possibilità di produrre anche negli Stati Uniti, esclusivamente per il mercato americano, per ridurre l’impatto di eventuali dazi su produzioni europee”.

Cristina Scocchia

Cristina Scocchia: valutiamo la produzione negli USA, ma restiamo pienamente Made in Italy

L’ombra dei dazi americani sulle produzioni europee sta spingendo le imprese nostrane a valutare strategie che ne riducano l’impatto. Tra queste Illycaffè, il cui export verso gli USA pesa un 20% del fatturato. L’AD Cristina Scocchia ne ha parlato in un’intervista rilasciata ad “Adnkronos”. “Abbiamo l’Italia che rimane il primo Paese col 30% circa del fatturato, il secondo Paese sono gli Stati Uniti, quindi per noi è molto importante, pesa un quinto dell’azienda”, ha spiegato. La manager ha rimarcato come il Gruppo starebbe valutando la possibilità di produrre anche negli Stati Uniti per limitare gli effetti dei dazi sulla produzione. Qualora dovesse rendersi necessario perseguire tale strada, l’AD ha precisato che si tratterebbe di una soluzione “esclusivamente per il mercato americano” e che Illycaffè resterà “pienamente Made in Italy”. Dopo aver importato il caffè verde da Paesi equatoriali come Brasile, Costa Rica, Guatemela e Colombia, il Gruppo lo lavora nella sua sede italiana e poi lo esporta, a prodotto finito, in 140 Paesi nel mondo. “Solo a Trieste noi tostiamo il caffè e lo trasformiamo in barattoli da 250 grammi piuttosto che in barattoli da tre chili o da cinque chili per il nostro canale Horeca”, ha ricordato Cristina Scocchia, che ha spesso ribadito come Trieste sia il fulcro di Illycaffè. “A Trieste abbiamo non solo il cuore, abbiamo le origini, abbiamo il Dna e tutta la produzione. In questo momento di tempesta perfetta, abbiamo avuto comunque il coraggio di confermare 120 milioni di investimenti a Trieste, che non sono pochi. Pochi mesi fa abbiamo aperto il cantiere per costruire una nuova tosteria, vogliamo raddoppiare la capacità produttiva. Non siamo andati a cercare Paesi esteri dove costa di meno la manodopera o altro, siamo rimasti fieramente italiani e quindi io credo che questo per noi sia veramente un fattore distintivo”.

Cristina Scocchia: l’Europa deve rafforzarsi per negoziare con gli USA

Ad essere minacciate dai dazi promessi dal Presidente Trump non sono solo le aziende produttrici di caffè. Ecco perché, secondo Cristina Scocchia, è quanto mai fondamentale l’intervento dell’Europa per salvaguardare le imprese europee. “Al di là della risposta che può dare la singola azienda, cioè capire se può o non può andare a produrre parte dei propri prodotti sul territorio americano – ha evidenziato l’AD – quello che sarebbe importante in questo momento è elevare lo sguardo e chiedersi cosa potrebbe fare l’Europa per proteggere le aziende europee. È il momento di intervenire, le aziende non possono andare in ordine sparso a tutelare la propria competitività, la propria possibilità di esportare da sole. Ci vuole appunto una negoziazione a livello europeo”. Data la situazione di fragilità economica e di forte dipendenza dall’export in cui si trova, l’Europa non è però nelle condizioni ottimali per poter negoziare con gli Stati Uniti. “La crescita negli ultimi anni in Europa è stata molto contenuta, si può dire che l’economia sia stata stagnante – ha proseguito Cristina Scocchia – Questo non è mai un punto di forza e in più il 55% del nostro prodotto interno lordo dipende dalle esportazioni e questo ci rende molto vulnerabili, molto fragili. Se noi guardiamo la Cina solo il 37% del Pil cinese è export e se guardiamo gli Stati Uniti addirittura il 25%. Quindi loro sono molto forti come crescita interna, il che dà loro una autonomia e quindi una forza negoziale decisamente diversa dalla nostra”. Come potrebbe, dunque, rafforzarsi l’Europa? Per l’AD di Illycaffè bisognerebbe innanzitutto accelerare sul processo di integrazione e sulla messa a fattore comune di ingenti risorse da allocare sulle priorità strategiche, ovvero l’autosufficienza energetica, la difesa comune e gli investimenti in tecnologia. Infine, un industrial deal aiuterebbe a proteggere sia le aziende di tecnologia che quelle tradizionali come Illycaffè.

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