Materie prime, la Cina si vendica degli Usa colpendo il tungsteno


Da quando Donald Trump è tornato ad essere l'inquilino della Casa Bianca, sul mercato delle materie prime si è scatenato il nervosismo a causa della guerra tariffaria promessa dal presidente USA. Praticamente l'ha dichiarata a mezzo mondo. Le prime ad essere colpite sono state le merci cinesi, sia pure in modo blando, innescando la controffensiva di Pechino.
Perché il tungsteno importante tra le materie prime
Tra le ritorsioni del governo cinese contro le tariffe di Trump c'è il blocco alle esportazioni di tungsteno. Anche se poco discusso rispetto ad altri metalli, il tungsteno non è meno importante. Serve infatti alla produzione di munizioni perforanti, componenti di motori e soprattutto semiconduttori. Le restrizioni all'export rischiano quindi di avere contraccolpi pesanti su diversi settori produttivi.
Il ruolo chiave della Cina
Quando parliamo del mercato del tungsteno ci riferiamo a un ambito che è controllato per circa l'80% dalla Cina, di gran lunga il leader mondiale (fonte dati Pocket Option link). Un altro 10% della produzione globale viene diviso fra Russia e Corea del Nord. Insieme quindi arrivano al 90%, e basta questo per comprendere quanto tale dipendenza renda vulnerabili l'industria e il settore militare occidentale.
Ecco perché dopo che la Cina ha deciso di limitare l'esportazione di tungsteno, il mercato ha avuto un immediato contraccolpo. L'indicatore ROC (rate of change) del nervosismo ha cominciato a oscillare notevolmente, e alcune aziende hanno fatto balzi enormi. Come la canadese Almonty Industries, che si occupa dell'estrazione di tungsteno, hanno fatto un balzo del 41% sul listino azionario di Toronto in appena un paio di giorni. Ciò è avvenuto perché il mercato teme una drastica riduzione della disponibilità di questo metallo.
Le previsioni degli analisti
Anche se il mercato di questa materia prima è decisamente più piccolo rispetto ad altri metalli essenziali (vale circa 5 miliardi di dollari rispetto ai 200 miliardi di quello del rame), in ogni caso la sua rilevanza strategica ha fatto scattare l'allarme da parte degli analisti di mercato.
Molti di essi prevedono un aumento dei prezzi analogo a quello visto per altri metalli rari che sono stati soggetti a restrizioni da parte di Pechino. E lo scenario peggiorerà nel caso in cui la guerra economica dovesse progredire ulteriormente.
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