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Consumi natalizi più costosi, rincari salati per i prodotti tipici delle feste

28 Dicembre 2024 da helly

Sarà un Natale più costoso per le tasche degli italiani, dal momento che sugli scaffali dei supermercati i prezzi dei prodotti tipici di questa festività sono tutti in rialzo. I consumi si ridurranno forse solo leggermente, ma il prezzo pagato sarà complessivamente molto più salato.

L’indagine Codacons su prezzi e consumi

consumi nataleL’associazione che tutela ai consumatori, il Codacons, ha realizzato uno studio sulla dinamica dei prodotti tipici delle feste natalizie che da poco sono comparsi sugli scaffali dei supermercati. In primo luogo panettoni e pandori, che subiranno un rincaro medio di circa il 4%.
Il prezzo medio di questi dolci, un must dei consumi natalizi, oscilla tra i 5 e di 7 euro se ci riferiamo ai prodotti industriali, quelli non artigianali. Tuttavia si sale fino a 14 euro per quei prodotti di alta gamma.

Se invece si desidera preferire i consumi dei panettoni artigianali bisogna allargare un poco di più il proprio portafoglio, visto che il prezzo oscilla dai 30 ai 35 euro in media, ma possono giungere anche a 60 euro se sono firmati da chef famosi.

I rincari dei prodotti a base cacao

I tipici prodotti delle festività natalizie che subiranno i rincari maggiori saranno quelli a base di cacao e cioccolato. I pandori e i panettoni che utilizzano questa farcitura avranno un rincaro medio di circa il 12,5%.

L’incidenza dell’aumento del prezzo del cacao (l’indicatore ATR peraltro indica una forte volatilità) si rifletterà soprattutto sul costo allo scafale di un altro prodotto tipico dei consumi natalizi, ossia il torrone. Quello al cioccolato subirà in media un rincaro del 30% rispetto allo scorso anno, ma in alcune categoria commerciali il Codacons ha rilevato incrementi anche del 50%.

Il boom del prezzo del cacao

Il motivo dietro questi rincari così feroci è che la quotazione del cacao ha sfiorato i 12.000 dollari per tonnellata durante la scorsa primavera, mentre oggi il rincaro è di circa il 107% rispetto al 2023. La crisi nella catena di fornitura di questa materia prima scaturisce soprattutto da quanto successo in Africa, perché le zone di maggiore produzione sono state colpite da una serie di siccità e malattie delle piante che hanno inciso sul livello produttivo. Chi si è mosso in anticipo ha negoziato trading con volumi enormi per riuscire a ottenere la propria fornitura, ma chi non c’è riuscito ha dovuto pagare prezzi salatissimi per non bloccare la propri produzione.

Un ulteriore problema è legato alla legge europea contro le deforestazioni, che impone alle aziende importatrici di cacao di certificare che la coltivazione di questi alimenti avvenga secondo il rispetto della natura. Questo comporta ulteriormenti investimenti che vengono poi scaricati sul costo finale del prodotto commercializzato.

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