Prestiti in calo, gli stimoli di Pechino per ora non rialzano la Cina
18 Novembre 2024 da helly
Per rispondere alla cronica debolezza dell’economia cinese da diversi trimestri a questa parte, le autorità di Pechino – governo e Banca Centrale – negli ultimi tempi hanno introdotto misure di stimolo monetario, che tuttavia non sembrano ancora sufficienti, visto che la richiesta di prestiti è ancora in calo.
Gli ultimi dati sui prestiti
Nel mese di ottobre le banche cinesi hanno esteso 500 miliardi di yuan in prestiti, circa un terzo in meno rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Il dato inoltre si è rivelato più basso delle aspettative, che erano per circa 700 miliardi di yuan.
Se consideriamo che si tratta dell’entità più bassa di nuovi prestiti concessa dal lontano 2009, nel pieno della grande crisi finanziaria, e che il Chaikin money flow è a un livello bassissimo, è chiaro come il sole che gli investimenti in progetti dell’economia cinese siano ancora stagnanti.
La crisi delle imprese
Il grave problema che ostacola la ripresa degli investimenti in Cina è la scarsa redditività delle aziende. I dati confermano infatti che i profitti delle società cinesi si trovano in un trend calante da diverso tempo.
Di fronte a questo scenario gli imprenditori sono decisamente restii a effettuare nuovi investimenti prendendo denaro in prestito, perché non sanno se riusciranno a restituire il capitale con gli interessi.
Urgono nuove misure
Molti analisti si aspettano che la Banca Centrale cinese effettuerà nuovi interventi in futuro, tagliando i tassi di interesse. Tuttavia la PBoC si muove in un territorio minato, perché nuove misure di allentamento monetario potrebbero alimentare la fuga dei capitali e di conseguenza pesare anche sulla forza della valuta, alla quale si vuole mettere una sorta di sell limit.
Non è un caso che lo Yuan cinese si trovi su livelli storicamente minimi rispetto al Dollaro statunitense, come frutto di un mix in cui ci si aspetta una politica monetaria cinese accomodante, mentre il dollaro si sta rafforzando (soprattutto dopo l’elezione di Trump).
In questo scenario è lecito aspettarsi misure più forti da parte del governo, anche se rimane da risolvere il grosso problema della bolla immobiliare.
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