Danieli InnovAction Meeting: il 65% dei produttori siderurgici all’evento di Gruppo Da
29 Giugno 2024 da gpnewsoffice
Gruppo Danieli ha riunito il 65% dei produttori siderurgici mondiali al Danieli InnovAction Meeting, tenutosi al Centro Ricerche di Buttrio, con una platea di 600 persone, tra imprenditori e manager: in apertura il tributo al Presidente Gianpietro Benedetti.
Danieli InnovAction Meeting: il 65% dell’acciaio mondiale all’evento di Gruppo Danieli
Erano oltre 600 le persone, tra imprenditori e manager, che sono giunti a Buttrio da tutto il mondo per presenziare al Danieli InnovAction Meeting, organizzato da Gruppo Danieli per incontrare i propri partner e confrontarsi sui temi legati al mondo della siderurgia. Prima di entrare nel vivo dell’evento, la platea, in rappresentanza del 65% dei produttori siderurgici mondiali, ha omaggiato il Presidente Gianpietro Benedetti, scomparso lo scorso 28 aprile, con un lungo tributo. “Un evento unico rispetto al quale siamo emozionati e orgogliosi – ha evidenziato Camilla Benedetti, Vicepresidente del Gruppo e Presidente di Abs – Il Dim unisce noi ai nostri partner in un momento di ascolto, confronto e dialogo”.
La decarbonizzazione dell’acciaio guidata da Gruppo Danieli
Tema centrale quello della decarbonizzazione, il fenomeno globale che in Gruppo Danieli si traduce in un driver strategico, grazie soprattutto alle tecnologie e all’innovazione che da sempre contraddistinguono l’attività dell’azienda. “Decarbonizzazione, ma anche innovazione, sostenibilità economica e finanziaria, tutti questi fattori stanno guidando la nostra crescita”, ha rimarcato il CEO Giacomo Mareschi Danieli. La cosiddetta “Road to Zero” sta infatti spingendo sugli investimenti nei nuovi impianti a basse emissioni, ambito nel quale Gruppo Danieli si distingue per le sue tecnologie all’avanguardia. Si è discusso anche della questione energetica, in particolare del fatto che produrre acciaio da rottame richiede molta energia, che deve essere anch’essa prodotta con un basso impatto ambientale. La conclusione è stata che la soluzione potrebbe essere individuata nel nucleare di ultima generazione, che però richiede ancora tempi lunghi e un percorso tutt’altro che lineare.
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