Comunicati stampa

Il 2023 si è chiuso con la crescente aspettative di un cambio di rotta da parte delle banche centrali. Molti indici azionari hanno segnato nuovi massimi storici, mentre i metalli hanno corso soprattutto per via dei timori di una hard landing dell’economia, e delle tensioni geopolitiche.
Ma quali sono le prospettive per il prezzo dell’oro nel 2024?

Cosa succede al prezzo dell’oro

Di solito quando i tassi d’interesse salgono e i tassi reali sui titoli di Stato diventano positivi, il prezzo dell’oro tende a scendere. Ma negli ultimi 18 mesi lo scenario è stato completamente diverso. Nonostante si sia registrato un rialzo molto significativo dei tassi d’interesse reali negli Stati Uniti, il prezzo dell’oro ha continuato a salire. Il fattore che ha provocato questo scenario insolito è l’invasione russa dell’Ucraina.

Da quel momento la domanda d’oro è cresciuta sia nella sua veste di bene rifugio, sia da parte delle banche centrali (nel 2022 e 2023 è quasi raddoppiata rispetto alla media post 2008).

La corsa finirà o no?

Tra i metalli, il gold metal è quello che conserva un grande appeal anche in questo principio di nuovo anno. Il prezzo dell’oro è stabile oltre la soglia dei 2000 dollari l’oncia, anche aiutato dal dollaro più debole e dai rendimenti del Tesoro più bassi, provocati dalle crescenti aspettative di un prossimo taglio dei tassi da parte della FED.

La price action del metallo giallo negli ultimi mesi ha beneficiato della sua natura di bene rifugio, complice anche le rinnovate tensioni geopolitiche che hanno visto lo scoppio del conflitto in Medio Oriente. La domanda da parte di Banche centrali e grandi investitori rimane solida e nel 2024 dovremmo assistere a nuovi massimi storici.

Obiettivo 2500 secondo alcuni esperti

Lo scenario per il prezzo dell’oro continua ad essere positivo, tanto che alcuni esperti analisti vedono forti segnali in tempo reale di ulteriore crescita, tanto da pronosticare una corsa fino a 2500 dollari/oncia. Questo potrebbe avvenire in presenza dell’offerta strutturale delle banche centrali e se ci manifestasse anche un impulso in termini di domanda di Paesi occidentali e orientali.
Prima ovviamente ci sarebbe da riprendere il record storico intraday di 2146 dollari/oncia, che finora è stato raggiunto solo con un violento spike notturno.