Finanziamenti ai combustibili fossili in aumento, uno schiaffo alla sostenibilità
1 Settembre 2023 da helly
In un mondo che sta facendo sempre più frequentemente i conti con gli effetti del cambiamento climatico, dovrebbe essere chiaro che la prima cosa da fare è ridurre i finanziamenti ai combustibili fossili. E invece, a giudicare dai dati, le cose stanno marciando esattamente nella direzione opposta.
I due studi sui finanziamenti
A evidenziare questa situazione allarmante quanto paradossale (visto quanto si pubblicizza la sensibilità verso l’ambiente) sono due studi pubblicati dall’International Institute for Sustainable Development (IISD) e dal Fondo monetario internazionale (FMI).
Il think tank indipendente fondato nel 1990 sottolinea che nel solo 2022 le economie avanzate del G20 hanno erogato finanziamenti per ben 1.400 miliardi di dollari in sussidi ai combustibili fossili. La deviazione standard rispetto al recente passato è forte, ma soprattutto si tratta di un valore doppio rispetto all’anno precedente.
Anche se la giustificazione c’è, ossia cercare di calmierare i prezzi di energia e carburante (schizzati alle stelle a causa delle tensioni geopolitiche), resta il fatto che la cifra è spropositata al punto tale da allontanarci dagli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
Il resoconto shock del FMI
Dal canto suo, il Fondo monetario internazionale ha pubblicato un ulteriore studio più allargato. Infatti coinvolge 170 Paesi, e non solo i venti più industrializzati. E anche in questo caso il resoconto è allarmante.
I finanziamenti di tipo esplicito nel 2022 sono stati pari a 1.300 miliardi di dollari. Quasi il doppio del 2021 e quasi il triplo del 2021. Ma il vero shock sono i finanziamenti impliciti, cioè gli sconti fiscali, pari a 5.700 miliardi di dollari. Il conto totale arriva così a superare i 7 mila miliardi di dollari, cioè il 7,1% del prodotto interno lordo (PIL) globale. Quasi il doppio di quanto si spende per l’educazione (che si ferma al 4,3%).
Un’ottica diversa, al giusto prezzo
E’ evidente che gli Stati spendono ancora montagne di denaro (in buona parte pubblico) per fare il contrario di quello che servirebbe. Bisognerebbe dare il giusto prezzo ai combustibili fossili, incorporando in essi anche i loro costi ambientali. Anche se questo significherebbe innescare una price action rialzista per carburante ed energia, il FMI sostiene che cittadini e imprese in breve tempo si orienterebbero verso alternative con un minore impatto sul clima, che darebbero peraltro anche 4.400 miliardi di dollari in più di gettito fiscale. Cambiare conviene.
Inserito in Economia e finanza | Nessun Commento »