Economia e crescita, l’India ha tanti motivi per volare
9 Agosto 2023 da helly
In un momento storico in cui le grandi economie mondiali stanno affrontando una serie di difficoltà, appaiono ancora più evidenti le opportunità di crescita nel lungo periodo di una economia come quella indiana.
Il rimbalzo post-Covid dell’economia
Il paese asiatico è riuscito a riportare l’attività della propria economia ai livelli pre-covid, nonostante lo scenario globale fosse ricco di insidie di tipo economico e soprattutto geopolitico.
La Banca Mondiale prevede addirittura che il paese possa diventare la terza grande economia al mondo, dopo Stati Uniti e Cina, entro la fine di questo decennio. Inoltre il suo prodotto interno lordo potrebbe superare i 5000 miliardi di dollari entro il 2026.
I fattori di ottimismo
Ma quali sono i fattori che inducono ad un tale ottimismo riguardo l’economia dell’India?
Il paese è stato interessato da importanti riforme strutturali, che hanno facilitato e reso più efficiente la corporate governance. Altri passi importanti hanno riguardato la tassazione delle imprese, che è stata ridotta di quasi 10 punti percentuali, oltre che semplificare l’imposizione fiscale riducendo il numero delle tasse.
Inoltre l’India ha eliminato una legge controversa del 2012 che imponeva alle società un’imposta retrospettiva sulle plusvalenze per il trasferimento indiretto dei loro beni indiani, una legge sgradita agli investitori esteri (chiaramente non parliamo di quelli che fanno trading a breve termine ma di investitori di posizione).
Geopolitica, demografia e rinnovabili
Una spinta all’economia dell’India arriva anche dal maggiore ruolo geopolitico del paese, grazie a numerosi accordi di libero scambio firmati negli ultimi anni. Uno molto importante è in corso di negoziazione con Regno Unito ed Europa.
A favorire il Paese gioca anche la composizione demografica, con il 40% rappresentato da una popolazione di età inferiore ai 25 anni, cosa che favorisce la spinta ai consumi interni. Questi ultimi rappresentano più del 60% del PIL, facendo da scudo protettivo all’economia indiana rispetto alle turbolenze internazionali.
Non va dimenticato poi il grosso impegno che il paese sta mettendo nella transizione energetica. Gli indicatori leading evidenziano che entro il 2030 il Paese potrebbe soddisfare il proprio fabbisogno energetico almeno per metà grazie a fonti rinnovabili. Questo significa meno dipendenza dal petrolio e quindi meno volatilità dell’inflazione.
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