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Giampiero Catone: cibo, carburante e bollette il 60% degli acquisti delle famiglie italiane

19 Aprile 2023 da articolinews

A pesare oggi sui consumi delle famiglie italiane è l’inflazione: il 60% della spesa media mensile finisce in cibo, carburante e bollette. L’approfondimento di Giampiero Catone.

 Giampiero Catone

Giampiero Catone: famiglie e spese obbligate, la situazione attuale

Le spese obbligate delle famiglie italiane sono in continuo aumento. A confermarlo, sottolinea Giampiero Catone nel suo editoriale, è una stima dell’Ufficio studi della CGIA riferita al 2022: gli acquisti per i generi alimentari, per i trasporti e per la casa sono stati, sul totale della spesa mensile media di una famiglia italiana, pari al 59,6% con un’incidenza di 3,8 punti percentuali in più rispetto all’anno precedente. L’anno scorso, a fronte di una spesa mensile media pari a 2.016 euro, 1.202 euro sono stati “assorbiti” dagli acquisti obbligati: di questi, 265 euro per benzina-gasolio e spese su mezzi pubblici, 425 euro per la manutenzione della casa e per le bollette di luce-gas-spese condominiali e, infine, 511 euro per il cibo e le bevande analcoliche.

Giampiero Catone: spese obbligate +16,6%

L’inflazione, scrive Giampiero Catone, ci spinge a spendere di più: oggi gli italiani portano a casa meno beni e la gran parte della spesa è dedicata ai generi alimentari, al carburante e alle bollette. Secondo i dati, tra il 2021 e il 2022, le uscite per le spese obbligate della famiglia media italiana sono incrementate di 171 euro (+16,6%). Mentre quelle complementari (o consumi commercializzabili) sembrano scemare. Nel 2022, l’aumento medio dell’inflazione si è attestato attorno all’8%: nonostante ciò, in termini assoluti l’incremento di questa tipologia di spesa si stima nullo. “Si ipotizza che negli ultimi due anni per acquistare alcolici, abbigliamento/calzature, mobili, tempo libero, ristorazione, ricettivo, istruzione, sanità, cura della persona, etc., la famiglia media italiana abbia speso mensilmente 815 euro. Non solo. Ma se la grande distribuzione organizzata e le vendite online hanno registrato risultati positivi, le attività commerciali e artigianali di piccola dimensione dei settori appena richiamati hanno invece visto peggiorare la propria condizione economica”.

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