Il Ministero della Salute: richiamate mazzancolle tropicali congelate per contaminazione da listeria, possono provocare intossicazioni
17 Marzo 2022 da dagata
Il Ministero della Salute: richiamate mazzancolle tropicali congelate per contaminazione da listeria, possono provocare intossicazioni
Il ministero della Salute, attraverso una nota apparsa sul proprio sito internet, nella sezione destinata ai richiami dei prodotti alimentari, ha comunicato il richiamo per rischio microbiologico di un lotto di mazzancolle tropicali congelate. Stavolta il rischio contaminazione è alto per la “presenza di Listeria Monocytogenes”. Era stata la stessa azienda produttrice/confezionatrice a dare per prima la comunicazione di avvenuto riscontro nella partita di pesce a seguito di controlli interni. Non si tratterebbe del primo caso del genere: già il 10 luglio scorso erano state bloccate per lo stesso motivo delle mazzancolle del marchio Sea Fish prodotte da Heiploeg International BV nello stabilimento di Panserweg 14 a Zoutkamp, nei Paesi Bassi. Il richiamo era dovuto alla “presenza di Listeria Monocytogenes”, un pericoloso patogeno che può sviluppare intossicazione alimentare più o meno grave a seconda dei casi. Lo stesso che ha colpito il nuovo lotto di cui adesso daremo maggiori indicazioni ai lettori. Il prodotto in questione è il lotto di produzione VN032II273 venduto in confezioni da 30p 20x200g e la data di scadenza minima del 02/10/23, con la denominazione incriminata “Sushi Ebi 4L (8,6-9 cm)” – Mazzancolle tropicali congelate. Il marchio del prodotto è Shirakiku Brand mentre il nome o ragione sociale dell’OSA a nome del quale il prodotto è commercializzato è NTC Wismettac Europe B.V. Non è segnalato il marchio di identificazione dello stabilimento mentre invece sappiamo che il nome del produttore è Vietnam Clean Seafood Corporation sita in Vietnam Eu Approval number DL707. Il motivo del ritiro è la presenza di Listeria Monocytogenes all’interno del lotto menzionato. Si tratta in gergo tecnico di un batterio ubiquitario che può avere effetti più o meno gravi una volta inserito nel corpo umano tramite i cibi contaminati. L’infezione da listeria, anche detta listeriosi,dunque, è una tossinfezione alimentare che prende il nome proprio dal batterio che ne è la causa, il Listeria Monocytogenes, il medesimo segnalato nel prodotto. “Questo batterio si trova comunemente nel terreno e nell’acqua e può quindi facilmente contaminare ortaggi e verdure e molti animali possono venire infettati dal batterio senza dimostrare sintomi apparenti”, spiegano gli esperti. L’infezione da listeria è molto comune in un’ampia varietà di cibi crudi, tra cui carni non ben cotte e verdure crude, prodotti lattiero-caseari preparati con latte non pastorizzato o pesce e, come succede con la maggior parte dei batteri, viene eliminata dai processi di pastorizzazione e cottura. Gli esperti di Humanitas segnalano che la forma tipica delle tossinfezioni alimentari, che si manifesta nel giro di poche ore dall’ingestione, provoca diarrea. Esiste però anche un’altra forma, detta “sistemica”, che dall’intestino passa nel sangue e si diffonde nell’organismo, arrivando al sistema nervoso, “dando vita a encefaliti e meningiti e forme acute di sepsi”. In questo secondo caso, sottolineano i medici, tra l’assunzione del cibo contaminato e la manifestazione dei sintomi può trascorrere un periodo variabile tra uno e tre mesi. I soggetti più a rischio di infezioni come questa sono le persone con compromissione del sistema immunitario, dunque malati di cancro, di diabete, di Aids, le persone anziane e i neonati. Ma a rischio, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, sono anche le donne in gravidanza, per cui l’infezione da Listeria può causare anche l’aborto spontaneo. Come ogni volta la raccomandazione è quella di non consumare il prodotto se già presente in casa. Il consiglio dato dal ministero è di riportarlo nel punto vendita di acquisto o quello più vicino per il cambio merce immediato anche senza scontrino fiscale come previsto dalla legge.
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