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Una nuova barriera corallina incontaminata scoperta a Tahiti

3 Febbraio 2022 da dagata

Una nuova barriera corallina incontaminata scoperta a Tahiti. Si trova tuttavia ad una profondità insolita che ha stupito anche gli studiosi. L’UNESCO: è una delle più grandi barriere coralline individuate a quella profondità

Una scoperta che ha dell’incredibile quella fatta da un team di ricercatori marini nel Pacifico del Sud: 3 chilometri di barriera corallina incontaminata compresa tra i 30 e i 65 metri al largo della costa di Tahiti nella Polinesia francese. Il reef è formato principalmente da coralli giganti, con un diametro fino a due metri. Queste sono tutte caratteristiche che hanno sorpreso gli studiosi, in quanto finora la stragrande maggioranza delle barriere coralline conosciute al mondo sono posizionate ad una profondità massima di 25 metri. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) che ha sostenuto la missione, si tratta di una delle più grandi scoperte a quella profondità. Per Julian Barbiere dell’UNESCO esistono probabilmente molti altri ecosistemi simili di cui non siamo a conoscenza: “Dovremmo lavorare per mapparli e per proteggerli”. Le barriere coralline sono un’importante fonte di cibo per altri organismi, quindi la loro localizzazione può aiutare la ricerca sulla biodiversità. Gli organismi che vivono sulle scogliere possono rivelarsi importanti per la ricerca medica e le barriere coralline possono anche fornire protezione dall’erosione costiera e persino dagli tsunami, si legge sul sito dell’Unesco. La Polinesia francese ha subito un significativo evento di sbiancamento dei coralli nel 2019, tuttavia questa barriera corallina non sembra essere stata colpita in modo significativo. Riteniamo che le barriere coralline più profonde possano essere meglio protette dal riscaldamento globale, ha dichiarato la dottoressa Laetitia Hedouin, del Centro nazionale francese di ricerca scientifica. Dopo la scoperta avvenuta a novembre, il team ha effettuato immersioni per un totale di circa 200 ore per studiare la barriera corallina e ha potuto assistere alla deposizione delle uova dei coralli. Ulteriori immersioni sono previste nei prossimi mesi per continuare le indagini. C’è qualcosa di speciale in questa barriera. A livello globale, le barriere coralline sono minacciate da diversi fattori: le attività antropiche come la pesca indiscriminata e l’inquinamento e gli effetti del cambiamento climatico che danneggia questi delicati organismi e i loro ecosistemi causando il tipico sbiancamento. Lo sbiancamento è una risposta allo stress da parte dei coralli dovuto alle acque più calde durante le quali perdono il loro colore, e molti lottano per sopravvivere. Secondo un rapporto del 2020 del Global Coral Reef Monitoring Project tra il 2009 e il 2018, il 14% dei coralli del mondo sono morti. A differenza della maggior parte dei coralli che si trovano in acque relativamente poco profonde, questa barriera si trova a una maggiore profondità: tra i 35 e i 70 metri. La recente eruzione vulcanica a Tonga, che ha scatenato onde di tsunami in tutto il Pacifico non ha colpito la barriera corallina al largo di Tahiti. La scoperta potrebbe aiutare gli esperti a capire perché questa barriera sia stata resiliente al cambiamento climatico e alle pressioni umane, e quale ruolo questi coralli più profondi potrebbero giocare per proteggere l’ecosistema degli oceani. Altre immersioni sono previste nei prossimi mesi. Per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” la scoperta di questo reef in condizioni così incontaminate è una buona notizia e può ispirare la conservazione futura.

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