Imprese italiane ancora “allergiche” alla quotazione in Borsa. In listino appena 475
1 Ottobre 2021 da helly
La possibilità di essere quotate in Borsa non piace particolarmente alle imprese italiane. A Piazza Affari sono solo 475, in base ai dati di luglio.
Quotazioni: i numeri delle imprese italiane
Sempre in base ai dati (quelli di Consob e della Banca Mondiale), si può vedere che nel Regno Unito la capitalizzazione delle società quotate alla borsa di Londra supera perfino il Pil inglese, in Germania arriva al 60% mentre nel nostro paese la capitalizzazione delle società quotate è circa un terzo del nostro Prodotto Interno Lordo.
Anche se c’è stata una forte crescita negli ultimi 10 anni (nel 2011 le quotate erano 328), le 475 imprese italiane quotate sono ancora pochine, specie se pesiamo che il nostro Paese è fra le 10 prime potenze industriali a livello mondiale.
Inoltre la crescita che c’è stata nell’ultimo decennio, ha riguardato quasi del tutto piccole e medie imprese. Quelle del mercato Aim di Borsa Italiana (che diventerà Euronext Growth Milan).
Annotazione: a proposito di Borsa, qui potete trovare notizie sul DAX tedesco.
Mancano all’appello le medie e grandi aziende
Invece le medie e grandi imprese continuano ad essere molto restie alla quotazione, tant’è che dal 2011 gli indicatori di trend following mostrano numeri stabili se non in calo.
Preferiscono i finanziamenti bancari piuttosto che il capitale condiviso. Ma in questo modo non si rendono conto che, oltre a sprecare delle opportunità, rischiano di essere troppo dipendenti dalle banche stesse.
Le ragioni possibili
Ma perché c’è questa ritrosia delle aziende italiane verso il listino azionario?
Se guardiamo allo scenario nazionale, possiamo vedere come la maggior parte delle grandi aziende italiane sono a gestione familiare. Basta pensare a Barilla e Ferrero, due delle realtà più famose che hanno deciso di stare lontane da Piazza Affari. Questo è un motivo.
Un altro motivo è la preoccupazione riguardo agli obbighi di trasparenza connessi alla quotazione in Borsa. Pesano poi anche le difficoltà a dialogare con gli investitori esterni e altrettante difficoltà a dialogare con amministratori indipendenti. Un peso minore lo hanno invece i costi quotazione.
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