Comunicati stampa

Nelle settimane che hanno preceduto il voto negli Stati Uniti, i sondaggi avevano dato per probabile una vittoria in scioltezza di Joe Biden. Tanto che si era parlato di Onda Blu (come il colore che caratterizza lo schieramento democratico). Uno scenario che nell’ambito dell’economia USA, metteva in apprensione soprattutto i grossi calibri della tecnologia a stelle e strisce.

Le elezioni, l’economia USA e i big tech

Eppure la Silicon Valley è stata a lungo un luogo dove i Democratici potevano raccogliere un sacco di fondi, tenere presentazioni alle conferenze tecnologiche e scegliere i cervelli dell’élite tecnologica. Ma quest’anno lo scenario era un po’ diverso.

Se Biden avesse trionfato come dicevano i sondaggisti, la spada dell’Antitrust forse si sarebbe abbattuta sui quattro monopoli tecnologici dell’economia USA. Ossia Apple, Facebook, Amazon e Alphabet. Del resto, il sottocomitato giudiziario della Camera ha pubblicato un rapporto di 449 pagine che condannava le quattro società per abusi del loro potere di monopolio.
Inoltre ci sarebbe stato un probabile irrigidimento normativo e regolatorio.

Dai timori al sollievo

Quando lo spoglio dei voti è cominciato, pareva effettivamente che dovesse andare così, tant’è vero che il Nasdaq ha cominciato a scivolare verso il basso, infrangendo il pattern di continuazione del trend rialzista in corso. Ma poi è cambiato lo scenario, l’Onda Blu non c’è affatto stata, e la mancata vittoria schiacciante dei DEM ha ridato fiato ai titoli Big Tech, che sono uno dei grandi traini dell’economia USA (ma soprattutto della Borsa).

Se ci fosse stata una vittoria schiacciante dei Dem, con il forte controllo sia del Congresso che della Casa Bianca, sarebbe stato un problema per i titoli Big Tech.I timori degli investitori in grandi titoli tecnologici sui mercati otc però si sono allontanati. C’è anche dell’altro però. Il Congrsso “spaccato” tra DEM e Rep, riduce la prospettiva di un pacchetto fiscale molto sostanzioso, cosa che avrebbe trascinato i rendimenti obbligazionari verso l’alto. Di conseguenza le azioni quality growth manterranno la propria leadership.