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Commodities, la sovraproduzione cinese rischia di mandare in crisi il mercato dell’alluminio

15 Aprile 2020 da helly

L’economia globale sta indiscutibilmente soffrendo moltissimo la crisi sanitaria legata alla diffusione del Covid-19. Non sono risparmiate le commodities, che si aspettano un periodo di prezzi bassi o stagnanti per un lungo periodo. Questo è in special modo il destino che sembra essere scritto per il settore dell’alluminio.

Alluminio in difficoltà tra le commodities

commodities alluminioNel corso dei primi due mesi del 2002 in Cina, nonostante la crisi legata alla diffusione dei contagi di Covid-19, gli smelter di alluminio hanno incrementato la produzione del 2,4%. Il problema grave però, è che a valle della filiera non c’erano produttori di semilavorati, che nel frattempo sono rimasti chiusi a causa dei blocchi imposti dal governo. In pratica tanta materia prima, ma nessuno che potesse lavorarla: si è creato un gap down. Tutta questa sovraproduzione degli smelter ha finito con l’incrementare le scorte allo Shanghai Futures Ecxhange (SHFE), che dalla fine di dicembre ad oggi sono addirittura triplicate.

Squilibrio di domanda e prezzi giù

Quello che si è prodotto è un divario enorme tra produzione e consumo, che non pare essere destinato a finire a breve. Quando le cose si normalizzeranno per tutto il settore delle commodities – e ci vuole tempo – bisognerà che domanda e offerta di mercato si riallineino. A meno che non ci sia un improvviso boom della domanda interna, le scorte potrebbero continuare ad aumentare fino all’estate. Questo crea un ambiente di mercato estremamente sfavorevole al mercato dell’alluminio, e non è un caso che i prezzi dei metalli stanno scendendo in Cina più velocemente che nel resto del mondo, e che i broker autorizzati non riescano a piazzare più i quantitativi che piazzavano prima.

Scenario analogo al 2008

Il prezzo dell’alluminio al SHFE è sceso del 12% dall’inizio di gennaio, mentre al London Metal Exchange (LME) la discesa è stata solo del 6%. Ma il destino è scritto ovunque, perché la sempre più probabile recessione, renderà la sovrapproduzione cinese un grosso fardello da portarsi dietro. Potrebbe cioè verificarsi per l’alluminio uno scenario analogo a quello della crisi finanziaria del 2008-2009, quando occorsero ben 10 anni per smaltire i milioni di tonnellate di inventario accumulate. Nel frattempo il prezzo dell’alluminio ha tenuto il freno tirato, anche quando le altre commodities salivano.

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