Agguato a tavola. Tonno in scatola in olio d’oliva, scatta il ritiro: all’interno frammenti di plastica. Allerta del RASFF
24 Gennaio 2020 da dagata
Agguato a tavola. Tonno in scatola in olio d’oliva, scatta il ritiro: all’interno frammenti di plastica. Allerta del RASFF
Il Sistema rapido di allerta comunitario (RASFF), in queste ore, sta lanciando l’allarme sulla presenza di frammenti di plastica in tonno in scatola in olio d’oliva dall’Italia (dei quali non si conosce la marca) e commercializzato a Malta. “C’è la possibilità concreta, avverte Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”che diversi lotti di tonno in scatola in olio d’oliva siano già nelle dispense di casa nostra e vengano consumati nei prossimi giorni, senza poter reagire. Nello specifico si tratta della notifica (2020.0317 del 22/01/220) per tonno in scatola in olio d’oliva dall’Italia contaminato da frammenti di plastica, di cui non si conoscono al momento il tipo e il nome del produttore, anche se già immesso sul mercato estero e venduto anche nei supermercati di Malta. Come segnala il RASFF, il sistema di allerta europeo rapido per la sicurezza alimentare,anche se si tratta di un problema grave, questo caso riportato non vuole creare allarmismo o screditare il sistema alimentare italiano ed europeo, ma fare capire che ogni giorno la macchina dei controlli trova delle irregolarità. Certo trovare frammenti di plastica nel cibo confezionato non è gradevole, ma a volte si tratta di incidenti imprevedibili che possono capitare. Diverso è il caso dell’incidente prevedibile che invece deve essere eliminato. La legge impone alle aziende un sistema di controlli della filiera produttiva (HACCP) per prevenire proprio le criticità del sistema produttivo, come ad esempio il controllo continuo delle temperature di conservazione, la pulizia degli impianti, l’igiene del personale… Quando le aziende alimentari non adottano questi criteri (come spesso capita) è giusto puntare il dito e accusare. Per quanto riguarda i frammenti di plastica è complicato stabilire quante microplastiche potremmo ingerire mangiando pesce. Ad oggi, la maggior parte degli studi ha infatti analizzato principalmente il contenuto dello stomaco e delle viscere di questi organismi, parti che tuttavia di solito vengono rimosse prima del consumo. Uno studio ha però rinvenuto frammenti plastici anche nel fegato dei pesci, suggerendo che le particelle possano migrare dai tessuti digestivi in altri organi dell’animale. Microplastiche sono state rinvenute anche, in piccole quantità, nel pesce in scatola. L’unica consolazione per il consumatore è che dopo la segnalazione i lotti sospetti vengono sempre ritirati dal mercato. Dunque, in attesa che il Ministero della salute comunichi sul suo sito web, nella sezione “Avvisi di sicurezza” i lotti, il produttore ed il marchio del tonno sott’olio interessato dal richiamo dal mercato europeo e non solo, si raccomanda tutti a prestare la massima attenzione.
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