Scopriamo assieme quando è utile rivolgersi allo Psicologo
29 Giugno 2019 da lucamerlo8
In seguito a situazioni ed eventi particolarmente dolorosi, difficili da gestire e stressanti, una persona può avvertire un forte disagio psicologico e/o di relazione, che con il passare del tempo può finire con il compromettere la qualità di vita della persona, minandone la serenità ed il benessere psicofisico oltre che le relazioni interpersonali della stessa con familiari, amici e colleghi di lavoro.
Alcune situazioni traumatiche tappe importanti della nostra vita come l’interruzione di una relazione affettiva, unirsi in matrimonio, o ancora avere figli, un cambiamento lavorativo, il dover affrontare una malattia o un lutto, sono eventi che spesso vengono vissuti con sentimenti negativi e di disagio come forte tristezza, stati di rabbia, stanchezza eccessiva, sensi di colpa o ancora sensi di vergogna e pensieri ricorrenti. Lo stato di disagio può presentarsi con stati di ansia, depressione o ancora disturbi alimentari e disturbi psicosomatici, la difficoltà nel comunicare e relazionarsi con le persone a noi vicine (nella coppia, nell’ambiente lavorativo, nelle relazioni amicali, in famiglia), ecc.
Quando capitano momenti come questi spesso il paziente tende a non vedere vie d’uscita, si tende a svalutare le proprie capacità e si sperimentano sentimenti di sofferenza, paura, forti stati di stress che possono alla lunga influenzare negativamente la capacità di operare scelte e la possibilità di vivere in modo corretto le relazioni interpersonali con gli altri.
In queste ed altre situazioni, poiché il malessere può diventare di difficile gestione, per risolvere efficacemente le situazioni problematiche ed interrogarsi sui motivi del proprio disagio è necessario l’aiuto di uno psicologo.
Lo Psicologo ha lo scopo di accompagnare la persona in che versa in una situazione di difficoltà emotiva lungo un percorso che le consenta di arrivare ad avere un’articolata visione della realtà, con nuovi mezzi interpretativi necessari, facilitando l’evoluzione e il cambiamento di stato rispetto alla situazione in cui versa.
Per il paziente, riuscire a valutare il problema con occhi diversi vuol dire già iniziare quel processo di cambiamento e guarigione, poiché questo implica un diverso modo di rapportarsi alla situazione.
La relazione tra psicologo e paziente, da alleanza collaborativa in funzione degli obiettivi comuni posti, se vista nella sua dimensione emotivo-affettiva, diventa essa stessa un potente strumento di cambiamento.
Durante la terapia lo psicologo cerca di coinvolgere e stimolare la persona ad un livello sia emotivo sia cognitivo affinché possa ampliare la sua visione delle cose e della realtà, che tende invece ad essere fortemente limitata, forzata e rigida nel momento in cui si affrontano situazioni personali difficili e problematiche, dove la visione oggettiva della realtà e la flessibilità vengono spesso a mancare.
Lo strumento primo di cui si serve lo psicologo per raggiungere questo obiettivo sono, le domande.
Porre domande porta il paziente ad attivare il processo di pensiero, non sono importanti tanto le risposte date dal paziente, quanto il fatto che una persona pensi, rifletta e studi modi altri di vedere il problema, cominci quindi a creare collegamenti tra i diversi eventi e persone e riconosca le discrepanze esistenti.
Chiedere aiuto non è quindi un segno di debolezza o di scarsa indipendenza, ma indica invece, la consapevolezza e la volontà di voler chiarire e raggiungere i propri obiettivi.
I percorsi psicologici non sono rivolti quindi solo a persone che vivono una situazione di malessere o di disagio, ma possono essere intrapresi anche da persone che posseggono un buon livello di benessere globale, ma che si trovano temporaneamente nella condizione voler beneficiare di un focus esterno ed obiettivo in relazione a scelte e momenti di vita complessi.
Contatta la Dott.ssa Mariangela Gaudio.
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