Mercato dell’energia, il Sud Africa vuole svoltare dal carbone alle rinnovabili
25 Maggio 2019 da helly
Il mercato dell’energia sta indirizzandosi sempre di più verso le rinnovabili. Tuttavia, ci sono ancora alcune zone e alcuni grandi Paesi dove questa svolta non ha neppure cominciato a concretizzarsi. L’esempio più lampante è il Sud Africa.
Sud Africa e mercato dell’energia
Con una estensione di oltre 1,2 milioni di km2 e 45 milioni di abitanti, il Sudafrica è il paese con la maggiore disponibilità di energia elettrica di tutto il Continente. Circa l’80% della popolazione è infatti raggiunto dalla rete per servizi domestici e attività produttive. In prevalenza i destinatari si concentrano nelle aree urbane, mentre solo il 55% si trova nelle zone rurali. Nel vastissimo mercato dell’energia, il Sud Africa occupa il 16° posto (con circa 225.000 GWh) nel ranking mondiale dei paesi consumatori. Inoltre è il Paese di riferimento nell’Africa Sub-Sahariana per esportazione di elettricità: ne beneficiano Namibia, Botswana, Zimbabwe, Lesotho, Swaziland, Mozambico, Zambia.
Tuttavia, l’efficienza energetica del Paese è estremamente bassa. Circa tre quarti dell’elettricità sudafricana viene generata dalle centrali a carbone. A livello ambientale questo comporta problemi crescenti, così come acuisce il rischio di di vasti black-out per la necessità di smantellare vecchie centrali. Peraltro i black out programmati a rotazione (rolling blackout) sono quasi costanti ma necessari per le manutenzioni di emergenza. Oltre a questo problema, c’è il fatto che la più grande azienda elettrica dell’intera Africa, la Eskom, si trova sul lastrico dal momento che ha accumulato debiti per oltre 432 miliardi di Rand (ovvero 30 miliardi dollari secondo il cambio dollaro rand sudafricano).
La svolta verso le rinnovabili
Per venire fuori da questa situazione e cambiare lo scenario energetico, il governo Ramaphosa insediatosi nel 2018 vuole svoltare verso le rinnovabili, che oggi forniscono solo il 5% della generazione. Una situazione di evidente gap down rispetto ad altri paesi del mondo. Ma il percorso si preannuncia molto lungo, visto che al 2030 si prevedono infatti 25 GW di sole, vento, idro e gas, ma il carbone dovrebbe generare ancora il 65% dell’elettricità. Inoltre bisogna vincere la resistenza dei sindacati, molto preoccupati per la chiusura delle centrali a carbone. All’avanzare dei progetti di rinnovabili, bisognerà quindi parallelamente enfatizzare e diffondere la cultura delle ricadute positive delle rinnovabili, che potrebbero portare a un deciso aumento degli occupati.
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