Titoli di Stato Btp-Bund, appena 13 anni fa il differenziale era misero
6 Marzo 2019 da helly
Il termometro psicologico dello stato di salute dell’economia italiana è lo spread, ovvero la differenza tra i titoli di stato italiani e tedeschi. Fino a una quindicina di anni fa, si trattava di un indicatore utilizzato solo dagli economisti, e pressoché ignoto alla maggioranza della popolazione. Oggi invece la storia è diversa.
I rendimenti dei titoli di stato italiani
La differenza tra BTP e Bund è uno dei parametri usati per ricavare lo stato di salute dell’economia di un Paese, soprattutto tra i paesi che hanno adottato l’Euro. Infatti non possono più utilizzare l’arma della svalutazione o rivalutazione della propria moneta, per adeguare i livelli macro-economici rispetto agli altri Stati.
Oggi valori oltre i 150, i 200 e perfino sopra i 300 si ripresentano periodicamente a seconda dello stato di crisi più o meno grave della nostra economia rispetto a quella tedesca (la locomotiva d’Europa). Eppure c’è stato un tempo in cui si era davvero vicini a un conto zero spread, e neppure un tempo tanto lontano. Era infatti nel novembre 2006, poco più di una dozzina d’anni fa. Il differenziale tra i titoli di stato italiani e tedeschi segnò appena 24 punti, per via di rendimenti allineati intorno al 4%.
L’impennata dopo la crisi
All’epoca a Palazzo Chigi sedeva Romano Prodi, e nessuno immaginava che di lì a un paio di anni sarebbe scoppiata una crisi gravissima, che in appena 5 anni – a novembre 2011 – avrebbe portato il divario tra titoli di stato italiani e Bund a quota 574, il limite massimo storico, giudicato “drammatico” dai vertici europei. Oltre alla crisi globale si sommava un frangente politico tesissimo, che ha poi portato all’abbandono da parte di Silvio Berlusconi del governo, con il rendimento dei titoli di stato a 7,47%.
Il governo tecnico di Mario Monti soltanto per un po’ riuscì a spingerlo sotto quota 400 punti, con una ricetta fatta di austerity pesantissima. Ma sono approcci che a lungo andare logorano, strategie di breve periodo che non possono durare a lungo. E infatti l’effetto fu solo temporaneo. Chi invece riuscì a dare una svolta fu il governatore della BCE, Mario Draghi, che a luglio 2012 annunciò la discesa in campo della Banca Centrale Europea, col suo piano di stimoli. E lo spread tra titoli di stato italiano e tedeschi cominciò a scendere.
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