L’intervista a Elisa Fossati per la sua mostra fotografica alla Milano Art Gallery
31 Marzo 2019 da ufficiostampa
We Are The World, la mostra fotografica di Elisa Fossati, inaugurerà venerdì 29 marzo alla Milano Art Gallery. In via Ampère 102, alle 18, la personale verrà presentata da un incredibile parterre di ospiti illustri, tra cui spiccano i nomi del noto sociologo Francesco Alberoni, dell’artista José Dalì, figlio di Salvador Dalì, del fotografo di fama internazionale Roberto Villa, del manager di personaggi illustri del calibro del prof. Vittorio Sgarbi e dell’indimenticabile Margherita Hack, Salvo Nugnes, di Luigi Gattinara, direttore della Triennale di fotografia, e di Stefano Renga, manager di Francesco Renga. La lista sarebbe ancora lunga e noi di Milano Art Gallery non possiamo permetterci di arrivare all’imperdibile appuntamento impreparati. Per questo abbiamo incontrato Elisa Fossati per toglierci qualche curiosità.
Venerdì 29 febbraio inaugurerà la sua prima personale fotografica alla Milano Art Gallery dal titolo We Are The World. Come mai ha scelto una frase così impegnativa ed evocativa?
Penso che il titolo della mostra rappresenti appieno le fotografie esposte in quanto si tratta di immagini scattate nei numerosi viaggi che ho effettuato in giro per il mondo. Sono infatti raffigurati differenti Stati e diverse città italiane e straniere, da Milano a Roma, da Montecarlo a Londra, da Parigi a San Pietroburgo, da New York a Miami, da Gerusalemme a Budapest, e altre ancora.
Cosa troveranno in mostra i visitatori?
I visitatori troveranno una sorta di diario di viaggio. Vivranno, attraverso i miei scatti, i posti visitati.
Nelle foto sono presenti anche delle frasi: qual è la ragione di questo connubio immagine-parola?
Ho voluto lasciare su ogni immagine un mio segno, un pensiero sul monumento immortalato, la mia impressione sulla città o semplicemente una frase che l’immagine mi ha ispirato. Nonostante gli scatti siano immediati da comprendere, ho deciso di offrire un elemento in più al visitatore, per entrare maggiormente in sintonia e in dialogo con le mie fotografie.
Qual è il suo rapporto con le varie città e con la fotografia?
Ogni città che ho visitato mi ha lasciato un bagaglio di ricordi ed esperienze che in qualche modo hanno avuto un ruolo fondamentale nella mia formazione. Ma penso che questo valga per chiunque: questo tipo di esperienze ti aiuta a formarti e ad affrontare il mondo. La fotografia, in questo caso, è un modo per non dimenticare quanto visto, per fissare su carta quegli attimi vissuti.
Un ultimo pensiero su Milano e sulla Milano Art Gallery. Che cosa pensa di questa galleria e delle possibilità che offre a una giovane artista una città come Milano?
Milano è la mia città ed è sicuramente il posto più indicato per chiunque voglia farsi vedere ed emergere, per le numerose opportunità che offre.
È un onore avere la possibilità di esporre le mie opere alla Milano Art Gallery, una galleria storica nel centro della città che ha accolto, in quasi cinquant’anni di attività, le creazioni di personalità del calibro di Renato Guttuso, Fausto Pirandello, Mario Schifano e Gino De Dominicis. Al contempo, però, dà anche la possibilità agli artisti emergenti di esprimere al massimo il loro estro e la loro creatività.
Per me è un grande privilegio poter accostare il mio nome a un posto che esprime storia, cultura e arte.
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