Social network e crimini della rete contro i minori. Insegnante del Texas arrestata per aver tentato di vendere la verginità di una sua parente ragazzina sui social network
11 Gennaio 2019 da dagata
Social network e crimini della rete contro i minori. Insegnante del Texas arrestata per aver tentato di vendere la verginità di una sua parente ragazzina sui social network
Un nuovo caso eclatante che riguarda il rapporto tra social network e crimini che riguardano i minori sta scuotendo gli USA. A seguito di indagini svolte da uno sceriffo del Texas, sarebbe stato scoperto l’ennesimo tentativo di abominio perpetrato tramite social media: un’insegnante avrebbe provato a vendere la verginità di una ragazzina sua parente attraverso la rete. Secondo notizie locali, la donna, Amber Michelle Parker, 37enne insegnante di inglese di terza media, sarebbe stata arrestata mercoledì scorso. La polizia sostiene che era appena tornata dal Marocco dopo un incontro per “finalizzare” l’accordo. “I membri della famiglia hanno capito che la Parker avrebbe cercato di attirare questa ragazza in Marocco”, ha detto lo sceriffo della contea di McLennan, Parnell McNamara. Gli atti pubblici delle indagini affermerebbero che la donna di Fairfield aveva pubblicato le foto della sua giovane parente sui social media per attirare potenziali offerenti. Le immagini mostrerebbero la ragazza vestita in lingerie e che esporrebbe il seno. Si presume che la Parker abbia tentato di aumentare il prezzo dell’accordo promuovendo la verginità della ragazza. Il Waco Tribune riferisce che la polizia locale stava monitorando le attività della donna da diversi mesi dopo essere stata allertata delle sue attività. Sono stati avvisati dai familiari sospettosi delle intenzioni della Parker nei confronti della sua giovane parente. Tuttavia, l’esatto rapporto di parentela tra la Parker e la ragazza non è stato rivelato, nel tentativo di proteggere la sua identità. “Era online a parlare con diversi ragazzi in Marocco cercando di sistemarla dove poteva portarla con lei”, ha rivelato alla stampa lo sceriffo della contea di Freestone Jeremy Shipley. Gli investigatori dicono che la Parker aveva scattato le foto della ragazza, “spiegandole le posizioni in cui stare, cosa mostrare e quali fotografie postare per attirare l’attenzione degli uomini interessato a lei”. L’affidavit della corte dichiara che la Parker ha usato i social media per dire a uno degli uomini: “Lei (la vittima) vuole spogliarsi, addossarsi e leccare gli addominali”. “Parker inizia a discutere con due uomini che dovevano andare a visitare gli Stati Uniti, e si sarebbero impegnati ad avere rapporti sessuali sia con lei che con la vittima”, aggiunge l’affidavit. “Durante la conversazione, i maschi stanno cercando di far viaggiare sia la Parker che la vittima a Casablanca, in Marocco, per compiere atti sessuali, dopo che la Parker ha indicato agli uomini che la vittima è vergine e ha fornito la sua età”. È stata arrestata poco dopo essere tornata dal suo viaggio in Marocco, e si dice stia rifiutando di cooperare con gli investigatori. Gli inquirenti specializzati nel traffico di esseri umani erano stati assegnati al caso e avevano ottenuto un mandato di perquisizione per sequestrare i dispositivi elettronici della Parker. “Dopo un’indagine congiunta tra il sergente dell’ufficio dello sceriffo della contea di Freestone, l’investigatore Preston Cordova e l’agente investigativo dello sceriffo della Contea di McLennan Joseph Scaramucci, un sospetto di sesso femminile è stato posto in arresto per il reato di tratta di persone dopo aver manifestato, online, l’intenzione di voler trasportare una minore a più soggetti maschi in Marocco,”ha dichiarato in un comunicato lo sceriffo della contea di Shipstone. La città natale della Parker, Fairfield, ha una popolazione di circa 3000 abitanti, e si trova a circa 135 km a nord di Dallas e 65 km a est di Waco. È stata messa in congedo amministrativo dalla vicina scuola Mexia Junior High. Lo Star Telegram riporta che per la Parker è stata assegnata una cauzione di $ 250.000 dollari USA. L’accusa di traffico di un parente minorenne ha una pena minima di 25 anni in prigione, con un massimo del carcere a vita. “È una cosa molto infima, è il peggiore dei peggiori quando si prostituisce il proprio parente”, ha detto lo sceriffo McNamara. “È disgustoso pensare che una donna possa arrivare così in basso.”. Ancora una volta, ove le indagini dovessero confermare le ipotesi degli investigatori e l’ondata d’indignazione che ne è scaturita, la rete e i social network si dimostrerebbero il “miglior” viatico per individui senza scrupoli che sono pronti a mettere in vendita ragazzini, anche propri congiunti, pur di fare i loro sporchi interessi, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Ecco perchè è sempre importante che le autorità di polizia siano sempre accorte a monitorare i social e internet per interrompere sul nascere possibili abusi come quello in commento.
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