Tolleranza zero in Svizzera per gli italiani. Un altro connazionale licenziato per insulti sui social alla polizia svizzera dopo una multa
25 Dicembre 2018 da dagata
Tolleranza zero in Svizzera per gli italiani. Un altro connazionale licenziato per insulti sui social alla polizia svizzera dopo una multa. È il secondo caso in poche settimane. L’uomo aveva attaccato le forze dell’ordine su Facebook in seguito a un verbale. Un’altra conferma di un generale atteggiamento razzista verso gli italiani? Lo “Sportello dei Diritti”: intervenga la Farnesina per chiedere spiegazioni e per fermare fenomeni di diffusa xenofobia sugli italiani ed in special modo i frontalieri
Conseguenze, amare, per gli immigrati italiani in Svizzera anche per le loro opinioni sui social. Quando c’è di mezzo il razzismo neanche una critica espressa su Facebook ci sta. In quel caso bisogna applicare la regola della tolleranza zero. E siamo a due. Due frontalieri che nel giro di due settimane hanno pagato per affermazioni sui social network contro gli svizzeri e contro le autorità svizzere. Dopo la ragazza che lavorava a Bioggio, stavolta tocca a un uomo, dipendente di una grossa azienda del Mendrisiotto. Di recente aveva pubblicato un post su Facebook in cui attaccava la polizia, dopo una multa per cellulare al volante. «Vi giuro che quando vado in pensione vi ammazzo tutti, sbirri svizzeri bastardi. Dovete morire». Sono queste le parole costate il posto di lavoro al giovane padre. L’uomo, in mattinata, era stato portato in gendarmeria. Nel frattempo, l’azienda avrebbe preso la sua decisione. Il collaboratore verrà verosimilmente lasciato a casa. Una decisione, stando a fonti interne, forzata e dettata dall’imbarazzo venutosi a creare in seguito alla vicenda. Il problema che ormai questo non è un caso isolato, commenta Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”. che considera il licenziamento “un fatto gravissimo” ove venissero confermate le notizie apparse sulla stampa. Se c’è stata offesa o vilipendio si proceda nelle sedi opportune, ma non con quella che verrebbe percepita come una sorta di “vendetta trasversale”, una sorta di rappresaglia come altre che si sarebbero verificate nei confronti di nostri connazionali in Svizzera. Ecco perché, lo “Sportello dei Diritti” chiede che intervenga il Ministero degli Affari Esteri attraverso la propria rappresentanza diplomatica, per chiedere spiegazioni e per invitare le autorità elvetiche a fermare sul nascere e non fomentare fenomeni di diffusa xenofobia sugli italiani ed in special modo i frontalieri.
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