Argento sempre più debole sui mercati. Anche contro il “fratello” più pregiato
30 Novembre 2018 da helly
Per il comparto delle materie prime il 2018 si sta confermando un anno molto complicato. Un discorso che coinvolge anche i metalli preziosi come l’oro ma soprattutto l’argento. A penalizzarli sono soprattutto la crescita del dollaro e la pressione delle forti svendite sul mercato statunitense. Fattori che hanno agito in modo congiunto, frenando il tentativo di ripresa del metallo bianco.
I fattori che penalizzano l’argento
Come detto, l’elemento che più salta agli occhi in questo periodo è lo spostamento degli investitori da oro e argento verso il dollaro. I tradizionali beni rifugio hanno infatti lasciato terreno al biglietto verde, che ha a sua volta acquisito lo status di “safe haven”. Va detto però che oro e argento hanno avuto un comportamento differente negli ultimi mesi. Il metallo giallo infatti è riuscito ad arginare il calo, mentre l’argento ha vissuto uno sprofondamento continuo. Un declino talmente forte che diversi analisti delle piattaforme trading gratis ritengono che si sia toccato il fondo, e che in futuro le cose non potranno che migliorare.
Nel mese di novembre la quotazione del metallo bianco è scesa fin sotto il livello dei 15 dollari per oncia. L’aspetto più particolare della situazione attuale però è un altro. Per comprare 1 oncia di oro occorrono 85 once di argento, un rapporto così elevato (“gold/silver ratio”) non si vedeva da 25 anni. Solitamente infatti l’argento tende a seguire il movimento dell’oro, e questa coppia a sua volta tende a muoversi in senso opposto rispetto al dollaro americano. Proprio questo andamento è la base delle strategie trading intraday giornaliero. Eppure questo “schema” si è rotto.
Nel corso del 2018 infatti l’argento non ha mai seguito davvero il metallo giallo, ed anzi il loro divario si è sempre ampliato. L’argento in versione spot è sceso del 17% quest’anno, non lontano dai minimi triennali mentre l’oro da inizio anno scende meno dell’8%. Cosa che ha finito per convincere ulteriormente gli investitori a tenersi alla larga dall’argento.
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