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Benessere dei cittadini, l’Italia si piazza trentesima

28 Settembre 2018 da dagata

Benessere dei cittadini, l’Italia si piazza trentesima. Al primo posto c’è la Norvegia, al secondo la Svizzera e al terzo l’Islanda. La ricerca ha evidenziato anche i punti deboli di ogni Paese: per l’Italia si tratta di occupazione ma miglioramenti nella stabilità economica e nella sanità

L’Italia oltre la metà nella classifica per il benessere dei cittadini ma si piazza con rendimenti inferiori all’Europa per l’occupazione. Mentre Norvegia, Svizzera e Islanda sono i primi paesi al mondo per il benessere dei cittadini: sono i paesi più efficienti nel trasformare il reddito in benessere. È quanto risulta da uno studio di The Boston Consulting Group, secondo il quale c’è un ”intreccio virtuoso fra benessere e crescita economica”. La classifica è stilata in base all’indicatore Sustanaible Economic Development Assessment (Seda), lanciato da The Boston Consulting Group nel 2007 e che misura il benessere dei cittadini in 152 paesi. Il Seda analizza per ogni paese 40 indicatori, per i quali assegna un punteggio ogni anno. Un punteggio che viene rapportato con il reddito nazionale lordo pro capite: questo è il coefficiente Seda di conversione della ricchezza in benessere. Per quanto riguarda l’Italia che si piazza in 30ma posizione, si segnalano una buona performance soprattutto miglioramenti nella stabilità economica e nella sanità, mentre i punti più deboli riguardano i rendimenti inferiori all’Europa per l’occupazione. Nella classifica stilata su 152 paesi, si evidenzia la dominanza dei paesi nordici (oltre a Norvegia e Islanda, la Danimarca è al 5 posto, la Svezia al 6 e la Finlandia all’8). Tra i paesi vicini all’Italia, la Svizzera vanta un secondo posto per una buona performance soprattutto in tema di governance, infrastrutture, stabilità economica e società civile, mentre i punti più deboli riguardano l’ambiente e l’educazione, l’Austria il 9° posto, la Germania il 12mo, la Francia il 20mo, mentre l’Italia si piazza in 30ma posizione. USA, Giappone e Gran Bretagna sono rispettivamente al 17mo, 18mo e 19mo posto, mentre fanalini di coda Sono Haiti (149), Yemen (150), Chad (151) e Repubblica Centrafricana (152). Lo studio, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, mette in evidenza come migliorare il benessere dei cittadini non è in conflitto con l’obiettivo di rafforzare la crescita economica di una paese. I risultati non lasciano adito a dubbi: ”negli ultimi dieci anni, afferma The Boston Consulting , i paesi con coefficienti Seda più alto, cioè quelli più efficienti nella trasformazione del reddito in benessere, hanno visto una crescita economica più solida”. Ma, avverte il rapporto, alti livelli di reddito non determinano per forza alti livelli di benessere: e’ esemplificativo il caso degli Stati Uniti. Gli Usa, definiti una ‘global powerhouse, ovvero parte dei 25 paesi con la ricchezza maggiore o la popolazione più ampia, hanno un coefficiente Seda dello 0,91, più’ basso di quello della Svizzera che, anche se nella stessa fascia di reddito, vanta un 1,14. ”Cambiano le politiche, sono diversi gli esiti” mette in evidenza The Boston Consulting, che offre anche la sua ‘ricetta’. ”I settori più importanti su cui un governo non può transigere sono istruzione e occupazione. A questi va aggiunto anche quello delle infrastrutture, in particolare nel digitale. I paesi più in difficoltà dovranno dedicarsi allo sviluppo del settore salute.

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