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Inquinamento da paraffina. Stop bagni in Corsica: “E’ cera di idrocarburi” ma non è pericolosa. Un fenomeno che si era verificato anche in Italia. In queste ore potenzialmente a rischio le coste anche della Sardegna

6 Luglio 2018 da dagata

Inquinamento da paraffina. Stop bagni in Corsica: “E’ cera di idrocarburi” ma non è pericolosa. Un fenomeno che si era verificato anche in Italia. In queste ore potenzialmente a rischio le coste anche della Sardegna

Questa domenica in Corsica, è scattato il divieto di balneazione per i bambini su parte della costa orientale. La balneazione è stata interdetta a fini precauzionali a causa dell’ inquinamento marino da cera di natura idrocarburica (paraffinica o polietilenica). L’area interessata sale da Solenzara allo Étang de Diane (Haute-Corse), una striscia costiera di circa 45 chilometri. Già in questi giorni, schiuma solida di colore giallo e somigliante a una spugna, era stata segnalata sulle spiagge del Pas-de-Calais, nel nord della Francia. Decine le segnalazioni, fotografie e sgomento da parte dei bagnanti. La paraffina è un prodotto derivato dal petrolio e trasportato in serbatoi da imbarcazioni. Uno strato di paraffina è stato individuato sabato a circa 5 km dalla costa di Solenzara (Corsica del Sud). È probabile che la chiazza possa arrivare sulla costa “nelle prossime ore” ed interessare anche la Sardegna ha riferito la prefettura marittima del Mediterraneo. “Si raccomanda di impedire ai bambini di fare il bagno e di ingerire il materiale”, affermano le autorità. La chiazza di paraffina è stata individuata per la prima volta da un marinaio, poi da un elicottero doganale, che ha confermato la presenza di “strisce gialle”. Il rimorchiatore Abeille Flandre, preposto al largo della Corsica, è stato inviato sulla aerea interessata dall’avvistamento. Un campione è stato preso e analizzato, ha confermato “che si tratta di pellet di paraffina”. Le osservazioni sono state completate domenica dal sorvolo di un Falcon 50 della Marina, incaricato di valutare “l’estensione e la deriva dell’inquinamento” . Nel luglio 2017, la Côte d’Opale nel Pas-de-Calais era stata colpita per circa 40 chilometri dall’inquinamento da paraffina, un prodotto derivato dall’olio e trasportato in serbatoi da imbarcazioni. Spiaggiamenti di pellet di paraffina sono stati registrati anche nel mese di giugno 2015 in Bretagna e nel mese di ottobre 2014 nelle insenature a Marsiglia. La prefettura di Pas-de-Calais sostiene che ‘la paraffina non ha impatto, né sulla popolazione e neanche sulla fauna e flora’. Di parere contrario Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che ricorda che la paraffina è frutto di sostanze derivanti da idrocarburi e viene utilizzata nella fabbricazione di molti prodotti poi trasportati su petroliere che attraversano La Manica. Mentre alcuni volontari lavorano ininterrottamente per ripulire le spiagge, alcuni sindaci delle zone colpite dalla paraffina hanno sporto denuncia contro ignoti. Un fenomeno che si era verificato anche in Italia: il precedente del 2012. La colpa fu di una nave che aveva lavato con acqua di mare le cisterne che contenevano cera paraffinica, in quel caso biancastro, provocando lo spiaggiamento di rilevanti quantità di sostanza sulle coste toscane e liguri.

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