Intervista a Nino ‘u Ballerino, lo street chef da Oscar, partner di Pro Biennale
2 Giugno 2018 da ufficiostampa
Alla Pro Biennale di Venezia, presentata dal prof. Vittorio Sgarbi e organizzata dal manager della cultura Salvo Nugnes, Nino ‘u Ballerino era presente con il suo catering alla Scuola Grande di San Teodoro, riscuotendo sorrisi di approvazione e complimenti per i suoi prodotti. Partner della mostra, lo street chef da Oscar risponde così alle nostre domande.
- Signor Antonio Buffa, per tutti lei è Nino ‘u Ballerino, lo street chef da Oscar. Vuole raccontarci come è nato il suo nome d’arte?
La risposta è molto semplice ed è nei movimenti che faccio quando preparo le mie specialità, a partire dal pane con la milza, e le porgo ai miei clienti. Come si dice in gergo tipicamente palermitano, mi “annaco” a suon di musica: l’energia, il dinamismo e la passione che metto anche nei gesti legati al mio lavoro danno vita a un vero e proprio show che richiama una sorta di ballo; da qui il mio nome d’arte. La gente apprezza molto il fatto che il momento dello spuntino possa trasformarsi in una parentesi di intrattenimento e buon umore.
- Si immaginava di raggiungere una simile popolarità?
Assolutamente no. Io vengo dalla strada, e lo dico con orgoglio. Sono nato in una famiglia di meusari. La famiglia Buffa esercita questa professione fin dal 1802: io ho appreso l’arte della conzatura ‘ru pani ca’ meusa da mio nonno e mio padre, che ho cominciato a seguire fin da piccolissimo nei loro giri per tutta la Sicilia. Eravamo degli ambulanti, e la mia prima attività “a solo” è stato il classico “banchetto” da strada. Ma anche allora il mio amore per questo lavoro ha fatto sì che io maturassi sin da giovanissimo un progetto: fare conoscere ed apprezzare il pani ca’meusa anche fuori dei confini della mia città e della Sicilia. È stato questo sogno a fare sì che cercassi sempre e costantemente di migliorare. Il resto è venuto poi da sé…
- Qual è stata la sua soddisfazione più grande?
Mi ritengo fortunato, perché nel corso degli anni le soddisfazioni, sia professionali che umane, sono state tante. Ma quella che ritengo davvero la più importante è quella per cui se oggi parli del pani ca’ meusa (detto proprio così, in dialetto) tutti gli italiani sanno di cosa si tratta. E il fatto che la specialità regina del cibo di strada palermitano venga apprezzata sia in Italia che fuori (e questo grazie ai miei numerosi viaggi all’estero) mi riempie di gioia.
- Tra i tanti riconoscimenti e premi ricevuti, ce n’è uno che ricorda con particolare orgoglio?
Negli ultimi anni ho avuto la fortuna di fare tanto e raggiungere traguardi importanti. Ovviamente vincere l’Oscar del Cibo di Strada a Milano ed aggiudicarmi il titolo di migliore street chef d’Italia penso sia stato importantissimo. Ma ci sono altri successi di cui sono particolarmente orgoglioso: essere incluso tra i migliori street chef d’Italia dal Gambero Rosso; le company presentation e i cooking show alle Università Bocconi e IULM di Milano; la notte magica a piazza del Campo di Siena, dove sono stato ospite del famosissimo ristorante Sansedoni e con cui ho organizzato la prima degustazione di Pani ca’ Meusa in Toscana; le due serate a Padova; i tour in tutta Europa e negli USA; le trasmissioni televisive (RAI, Mediaset, France 5, BBC, Discovery Channel, Travel&Living ecc.). Anche l’inclusione nell’Albo delle Eccellenze Italiane è un punto importante della mia carriera. Il grande successo della mia partecipazione all’Expo, poi…
- L’8 maggio ha partecipato in qualità di partner all’inaugurazione della mostra Pro Biennale, presentata da Vittorio Sgarbi a Venezia, curandone il buffet. Ma lei non è nuovo a questo genere di collaborazioni. Qual è il suo rapporto con l’arte e con il cibo?
Amo moltissimo la musica. Come si sa, io lavoro sempre a suon di musica; mi dà energia e ritmo, e non potrei proprio farne a meno. Mi piace anche la pittura e il cinema. Quando sono in viaggio per lavoro cerco sempre di ritagliarmi un po’ di tempo per visitare i musei o luoghi d’arte; ma non è sempre è facile, perché vado sempre di corsa. Ma quando ci riesco per me è sempre una gioia, Per quanto riguarda il rapporto tra arte e cibo… Be’, io credo che cucinare sia una forma d’arte, quando è fatto con passione e abilità. Per questo motivo mi piace pensare a me stesso come un artista: l’artista del cibo di strada.
- Nella sua carriera ha viaggiato molto, in Italia e all’estero, portando con sé le specialità della sua terra. Quale consiglia ai clienti che non la conoscono?
Non c’è dubbio, primo fra tutti il panino con la milza, il re del cibo di strada palermitano. A seguire le panelle, le crocché, la caponata, lo sfincione… Potrei continuare per delle ore, perché la cucina palermitana è ricchissima.
- La Pro Biennale è presentata dal prof. Vittorio Sgarbi e organizzata da Salvo Nugnes, presidente di Spoleto Arte. Come è nata questa gustosa collaborazione?
Con Salvo ci siamo conosciuti nel 2015 a Milano, nel corso di un evento culturale organizzato nel Boscolo Hotel dove io curavo il rinfresco. Lui era in compagnia dello stilista Alviero Martini, il quale gradì moltissimo le mie specialità siciliane. Proprio per questo, Salvo mi propose di curare il banchetto per i festeggiamenti dei cinquant’anni di attività di Alviero. Io accettai, e l’evento fu un successo. In seguito, quando nel 2016 fu la volta dell’inaugurazione della mostra Spoleto Arte curata da Vittorio Sgarbi, Nugnes mi chiese di occuparmi del catering. Anche lì il gradimento degli invitati fu notevole, e lo stesso Sgarbi mi commosse per i complimenti e l’attenzione che allora mi dedicò. Con la Pro Biennale della scorsa settimana abbiamo fatto il bis…
- Quali sono i suoi progetti per il futuro?
Tanti. Ovviamente ho in programma una serie di eventi e cooking-show in Italia e all’Estero, alcuni veramente importanti.
A parte questo, intendo realizzare un’idea che accarezzo da tempo: costituire un’associazione che abbia come scopo la valorizzazione, lo sviluppo e la diffusione del cibo di strada siciliano, una vera ricchezza della nostra terra a mio avviso non adeguatamente considerata. Ho già preso contatto con molti addetti ai lavori, giornalisti, esponenti della cultura palermitana e appassionati con cui portare avanti questa mia idea. Sono sicuro che faremo un buon lavoro.
E infine… Il progetto più ambizioso di tutti. Al momento posso solo dire che riguarda la televisione, e che sarà qualcosa di veramente interessante.
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