Viaggiare sicuri. Epidemia di morbillo in Serbia: già 13 morti. Il paese dei Balcani è alle prese con un’ondata di malattie da morbillo
7 Aprile 2018 da dagata
Viaggiare sicuri. Epidemia di morbillo in Serbia: già 13 morti. Il paese dei Balcani è alle prese con un’ondata di malattie da morbillo. Anche il personale medico è affetto dalla malattia. Un bambino di due anni è morto.
C’è apprensione in Serbia per il rischio di una rapida diffusione del morbillo, che ha colpito da alcuni giorni il Paese con un’epidemia endemica che è già costata la vita a 13 persone. Ma sono già 4000 i contagiati e nelle prossime ore, come sottolineato dalle autorità locali, il bilancio delle vittime potrebbe essere destinato a crescere, portando ad un innalzamento dell’allarme non solo tra le autorità locali ma anche dall’Oms che monitora attentamente la situazione. Come riportano i media nazionali, Nada una bimba di due anni è l’ultima vittima. Per due mesi, la bambina ha combattuto contro il morbillo, invano. Mercoledì è morta in un ospedale di Belgrado. Tuttavia, è stata ricoverata in ospedale solo a causa di una malattia autoimmune in cui aveva sofferto dalla nascita. Come spiegano i genitori, la malattia non li ha influenzati molto. In ospedale, tuttavia, è venuta in contatto con un ragazzo che aveva il morbillo senza che i medici o i genitori lo sapessero. La madre ha raccontato che molte persone erano nella sala d’aspetto. Che il ragazzo fosse infetto, non si sapeva all’epoca. Il quotidiano croato “24sata” riferisce che il morbillo si è diffuso anche nel governo serbo. Così, alcuni politici sono attualmente affetti dalla malattia. Il morbillo è una malattia infettiva altamente contagiosa. Sono colpiti soprattutto i bambini. Lo “Sportello dei Diritti” che si occupa anche di tutela della salute dei cittadini, porta all’attenzione del pubblico l’allerta di oggi, utile anche per chi viaggia anche per evitare il contagio da malattie o virus trasmissibili. Poiché i viaggi verso tale destinazione sono frequenti, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la vigilanza deve essere mantenuta, anche al fine di aumentare la consapevolezza tra i medici, gli operatori sanitari e le autorità di sicurezza del sangue.
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