Prezzi troppi alti: Coop in Svizzera rimuove 150 prodotti Nestlé dai propri scaffali
2 Marzo 2018 da dagata
Prezzi troppi alti: Coop in Svizzera rimuove 150 prodotti Nestlé dai propri scaffali. Interrotte le forniture di brand legati alla multinazionale dopo le accuse mosse al gruppo dall’alleanza AgeCore. La decisione segue il gruppo tedesco Edeka che ha preso analoghi provvedimenti. Lo “Sportello dei Diritti”: una strategia da imitare per portare benefici ai consumatori
Un fatto che conosce pochi precedenti ufficiali nella grande distribuzione, ma che è molto significativo perché potrebbe rappresentare un nuovo modo per salvaguardare i consumatori da prezzi all’ingrosso non giustificati applicati da multinazionali dell’alimentare che approfittano della propria posizione dominante per fare il bello è il cattivo tempo sui prezzi. Ecco perché lo “Sportello dei Diritti” accoglie con estremo favore la notizia riportata in Svizzera secondo cui la grande catena di distribuzione Coop avrebbe comunicato di non procedere più con le forniture, a partire dalla prossima settimana, di ben 150 prodotti di marchi del gruppo Nestlé. Dalle salse per condire le insalate della Thomy alle tavolette di cioccolata della Cailler, passando per la pizza “Fina” della Buitoni e la miscela solubile Nescafé Azera. A spiegare la scelta il portavoce del gruppo, Urs Meier, sulla stampa elvetica, che ha anche rivelato che quelle già presenti sugli scaffali nei punti vendita saranno vendute alla metà del prezzo. La decisione è stata comunicata a seguito delle parole pronunciate dall’alleanza europea AgeCore, che ha accusato il gruppo Nestlé di distribuire i propri prodotti a prezzi troppo elevati. Altre catene di supermercati in Germania, come Edeka, hanno deciso di rimuovere tutti i prodotti con marchi facenti capo alla multinazionale svizzera, nel tentativo – spiega Meier – di ottenere prezzi più corretti. Nestlé per il momento non ha commentato la vicenda. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,si tratta forse dell’unica strategia possibile per una riduzione dei prezzi all’ingrosso, i cui livelli spesso non sono giustificati e che probabilmente potrà portare benefici concreti anche ai consumatori finali.
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