Petrolio, quanto è attendibile la recente ripresa del mercato?
27 Ottobre 2017 da helly
Il mercato del petrolio continua ad essere uno dei fulcri dell’intero sistema finanziario, malgrado l’avanzata sempre maggiore delle fonti rinnovabili. Ma il petrolio resta il petrolio, l’oro nero. Dopo un periodo particolarmente difficile, caratterizzato dal cronico problema dell’eccesso di offerta, sembra che la fase di maggiore difficoltà sia alle spalle. Tanto il greggio statunitense (WTI – West Texas Intermediate) che quello internazionale, il Brent, stanno viaggiando al rialzo da diverse settimane e ormai sono stabilmente oltre quota 50 dollari. Il loro grafico Renko, strategia chiave per gli analisti, evidenzia un movimento fortemente ascendente nel medio periodo.
La situazione del mercato del petrolio
Questo però non vuol dire che il mercato possa dormire sonni tranquilli. Se è vero che le previsioni dell’Opec e dell’agenzia internazionale per l’energia anticipano un aumento della domanda, ci sono sempre dei fattori critici da considerare. Intanto l’instabilità geopolitica in Kurdistan e in Iraq, ma soprattutto le prossime mosse proprio dell’OPEC. A breve ci sarà un altro incontro per decidere se e per quanto allungare i termini dell’accordo di contenimento della produzione. E poi c’è il problema delle società statunitensi del settore energetico, che stanno incrementando il numero delle piattaforme petrolifere operative.
Il rally del petrolio nel breve periodo non dovrebbe avere cambiamenti, confermando così i risultati della teoria tecnica di Gann, ma nel medio lungo periodo le cose sono ben diverse. Anzitutto perché le condizioni di ipercomprato potrebbero portare a un pull back, innescato dalle prese di beneficio da parte dei fondi speculativi. In secondo luogo, perché il mercato continuerà ad essere guidato dalle notizie: la crisi in Kurdistan, l’effettivo rispetto dei patti OPEC e il consenso dei membri a prolungare tali accordi. E siccome negli ultimi anni abbiamo imparato quanto sia complicato gestire i negoziati tra i paesi produttori di petrolio, meglio andarci con i piedi di piombo.
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