Finger print, la soluzione che ha rivoluzionato la votazione elettronica
29 Luglio 2017 da emiliana.pontecorvo
Qual è una delle principali innovazioni che hanno rivoluzionato il settore della votazione elettronica? Senza dubbio il sensore biometrico fingerprint.
Il sofisticato strumento biometrico, noto anche con il nome di voto elettronico “anti pianisti”, fu accolto con grande entusiasmo quando, nel 2009, l’Eurel Informatica S.p.a. lo introdusse per la prima volta nell’aula della Camera dei deputati.
Come funziona il sensore finger print?
Installato sul Terminale di voto, il sistema è altamente selettivo ed affidabile e si basa sulla raccolta di un Pattern.
Una volta memorizzato sulla Tessera di riconoscimento, il pattern, ricavato dalle minuzie caratteristiche di ciascuna persona, viene utilizzato in fase di abilitazione al voto per il confronto con quello letto dal sensore posto sul terminale del votante.
In pratica il terminale verrà abilitato al voto solo se il confronto tra i dati biometrici contenuti nella tessera e quelli del dito del deputato risulterà positivo.
L’assemblea, inoltre, potrà decidere In ogni momento, in base alle esigenze dell’aula, se utilizzare o meno il sistema.
La tecnologia finger print, utilizzata offre una serie di vantaggi indiscutibili:
- univocità del voto espresso
- certificazione dell’identità del votante
- rendere ancora più trasparente l’attività politica
- evitare operazioni di voto illecite e il fenomeno dei cosiddetti “pianisti”
Il sensore biometrico Fingerprint, utilizzato dall’Eurel Informatica S.p.a., è in grado di memorizzare più di duemila pattern diversi diversi ed identificare in tempo reale il pattern in meno di un secondo.
Una funzionalità che è destinata a diventare indispensabile per l’automazione delle attività legislative di importanti parlamenti.
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