Su Nature studi ricostruiscono l’albero evolutivo dello Zika. Uno parla anche italiano
27 Maggio 2017 da dagata
Su Nature studi ricostruiscono l’albero evolutivo dello Zika. Uno parla anche italiano
Un team composto dai maggiori genetisti attuali, Kristian Andersen, dello Scripps Research Institute, a La Jolla,, Oliver Pybus, dell’università britannica di Oxford, e Pardis Sabeti e Bronwyn MacInnis, del Broad Institute dell’università di Harvard e del Massachusetts Institute of Technology (Mit), Marta Giovannetti, dell’università di Roma Tor Vergata ha concluso un ambizioso progetto di ricerca: ricostruito l’albero evolutivo del virus Zika. I tre studi, pubblicati su Nature, hanno rivelato il modo in cui è nata l’epidemia in Brasile e come si è diffusa nelle Americhe. Gli scienziati hanno analizzato il materiale genetico del virus, e potrebbe aiutare a migliorare le risposte ai focolai futuri. Per i test sono state analizzate 200 sequenze genetiche del virus, ottenute da oltre 1300 pazienti e dalla zanzara Aedes aegypti che lo trasmette. L’infezione, ricorda Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, provoca febbre, dolori articolari e muscolari, ma soprattutto può causare difetti nei neonati da madri infettate durante la gravidanza, tra cui la microcefalia, collegata anche a danni al cervello. Per questo Zika è stato dichiarato “Emergenza sanitaria” dall’Organizzazione mondiale della sanità. Studiando il materiale genetico del virus i ricercatori hanno mostrato come i singoli virus si siano diffusi e come siano correlati tra loro. Per esempio lo studio coordinato da Kristian Andersen, dello Scripps Research Institute, a La Jolla, ha scoperto che a scatenare l’epidemia in Florida lo scorso anno, non è stato un singolo episodio, ma sono state ben 4 ‘invasioni’ del virus legate a viaggi nei Caraibi. I gruppi guidati da Oliver Pybus, dell’università britannica di Oxford, e Pardis Sabeti e Bronwyn MacInnis, del Broad Institute dell’università di Harvard e del Massachusetts Institute of Technology (Mit), hanno invece ricostruito la diffusione del virus in Brasile e nelle Americhe, e hanno scoperto che Zika era in circolazione nel Brasile nordorientale già alla fine del 2013.
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