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Scandalo paradisi fiscali: Panama Papers

1 Ottobre 2016 da Merellir

I paradisi fiscali sono entrati spesso nei controlli dell’Agenzia delle entrate, per cercare di fermare il fenomeno dell’imprenditoria estera. Vi sono alcune zone del mondo dove la tassazione è molto più semplice rispetto all’Italia, ridotta al minimo indispensabile e molto conveniente, sia dal punto di vista burocratico che economico. Molti imprenditori trasferiscono in questi stati i loro capitali, anche perché vige il segreto bancario che nessun istituto locale ha voglia di divulgare. La ricchezza di piccoli staterelli insignificanti è in realtà immensa, grazie al loro sistema fiscale e alla riservatezza con la quale gestiscono il denaro dei risparmiatori. In Italia riuscire a fare transazioni economiche con questi stati è praticamente impossibile, perché si cerca di tagliarli fuori ed isolarli dal resto del mondo dal momento che danno fastidio a chi governa il regime fiscale locale. Depositare i soldi all’estero è un sistema certamente discutibile, ma se in Italia si vivesse meglio dal punto di vista tributario nessuno avrebbe bisogno di esportare capitali.

Gli imprenditori che riescono ad avviare un’attività nei paradisi fiscali esportano risorse cospique che incrementano ulteriormente il deficit economico dell’Italia e la crisi che si ripercuoterà su tutti i cittadini. L’ultimo scandalo in ordine cronologico è stato denominato Panama Papers ed ha coinvolto imprenditori miliardari, società e politici di tutto il mondo. Negli ultimi quarant’anni molti personaggi illustri avrebbero trasferito all’estero capitali enormi e le indagini hanno fatto emergere dei nomi insospettabili, come Luca Cordero di Montezemolo e le banche Unicredit e UBI Banca. Alcuni giornalisti di più di 100 testate europee tra cui l’Espresso, hanno fatto nomi e cognomi degli imprenditori che hanno spostato i propri capitali a Panama, contenuti nel database dello studio legale Mossack Fonseca. La specializzazione di Mossack Fonseca è gestire servizi finanziari offshore, ovverosia società di comodo ubicate in nazioni con fiscalità privilegiata come Panama.

I dati di Panama Papers coinvolgono oltre 11 milioni di files, la fonte ha voluto rimanere anonima ma ha tenuto a precisare che non ha percepito alcun compenso economico sulle indagini effettuate su oltre 214.000 società sulle quali le maggiori testate giornalistiche hanno messo gli occhi da mesi. Si parla anche di corruzione e collaborazione con associazioni criminali con dati molto precisi, che documentano giorno per giorno quali siano state le mosse di flussi immensi di denaro che hanno circolato per il mondo evadendo le tasse previste nel loro paese. Nello scandalo sono stati coinvolti celebrità e personaggi pubblici importantissimi, come il capo di Stato russo Vladimir Putin e il premier islandese Sigmundur David Gunnlaugsson, che ha creato delle società di comodo per nascondere il denaro nei paradisi fiscali delle Isole Vergini della Gran Bretagna.

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