Spoleto Arte: grande attesa per Cristiano De André che si racconta in conferenza
15 Agosto 2016 da ufficiostampa
In occasione della prestigiosa mostra “Spoleto Arte” a cura di Vittorio Sgarbi, in corso presso Palazzo Leti Sansi, nel cuore del centro storico spoletino è previsto un evento speciale con protagonista il noto cantautore e musicista Cristiano De André, che è invitato a presentare la sua autobiografia di recente pubblicazione, La versione di C, (ed. Mondadori). A moderare l’incontro con l’artista il manager della cultura Salvo Nugnes, promotore ed organizzatore dell’iniziativa.
Per l’occasione, Cristiano De André si racconterà, proponendo stralci della sua toccante e tormentata autobiografia, imperniata sul suo rapporto con il padre Fabrizio, e si esibirà dal vivo con brani strumentali.
Nel parlare di questo libro, molto intenso e sofferto, De André ha detto: “Mi sono messo a nudo, è stata una specie di analisi per sconfiggere certi fantasmi, che mi aleggiavano intorno. Uno sforzo terapeutico, che spero possa servire anche ai miei figli, per fargli capire chi sono. Avevo un gran bisogno di fare chiarezza. La mia, è stata una vita con tanti alti e bassi, ma in definitiva mi considero un uomo fortunato. Di sicuro, non mi sono mai annoiato”.
In concomitanza con l’uscita della sua autobiografia, è iniziata con successo anche la terza edizione del tour italiano “De André canta De André” che ha debuttato il 24 giugno a Roma. Al riguardo De André ha commentato: “Sento il dovere, ma anche il piacere di prendere quello che mio padre mi ha lasciato come eredità artistica e di portarlo avanti senza necessariamente fare un banale copia e incolla. Non ci trovo niente di male. Anzi, è un modo piacevole di fare arrivare la sua musica a una nuova generazione di ragazzi. Ovviamente, questo non vuol dire che io non voglia continuare a scrivere e a incidere le mie canzoni”.
In merito al profondo coinvolgimento emotivo e sentimentale nel “ricantare” suo padre, il mitico Faber, ha dichiarato: “Sento la responsabilità di avere qualcosa di molto importante tra le mani, ma la cosa più toccante è che, interpretando tutte le sere i suoi brani, scopro qualcosa di lui che non avevo colto, quando era ancora vivo. Sono lampi intimi molto rivelatori. Era un grandissimo poeta e sul palco, è sempre riuscito a starci benissimo, anche quando era in condizioni precarie. Incredibilmente, riusciva sempre a cantare”.
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