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Guanti medici contaminati da batteri prodotti in Italia. Swissmedic lancia l’allarme: si tratta di uno dei prodotti più usati negli ospedali

15 Agosto 2016 da dagata

Guanti medici contaminati da batteri prodotti in Italia. Swissmedic lancia l’allarme: si tratta di uno dei prodotti più usati negli ospedali

In molti ospedali svizzeri si sono verificate gravi infezioni a causa di guanti preimbevuti monouso contaminati da batteri. L’istituto svizzero per gli agenti terapeutici Swissmedic ha richiamato oggi il prodotto “incriminato” di un fabbricante italiano. A Swissmedic sono noti casi di “gravi infezioni”, ha detto all’ats il suo portavoce Lukas Jaggi, precisando che finora è stato possibile curarli ed evitare decessi. L’istituto svizzero per gli agenti terapeutici non ha reso noto quali siano gli ospedali interessati e non ha fornito informazioni sui singoli casi. Swissmedic avrebbe ricevuto alla fine di maggio la prima notifica di sospetto sui guanti preimbevuti monouso “Sinaqua Dermal Glove” della WELCARE INDUSTRIES S.p.A.. Il 27 giugno un secondo ospedale ha inoltrato un’altra segnalazione, sempre relativa allo stesso prodotto. In totale, attualmente ci sono stati meno di dieci casi, ha detto Jaggi. Questi guanti sono utilizzati fra l’altro per la pulizia locale della cute prima e dopo le operazioni o per l’igiene di aree delicate del corpo. Secondo Jaggi si tratta di uno dei prodotti più usati negli ospedali. I batteri riscontrati sono del tipo Burkholderia cepacia. Questi possono causare infezioni gravi e potenzialmente letali, ha detto Jaggi. Come avvenga la contaminazione non è ancora noto, indica Swissmedic, aggiungendo che al momento sono in corso le relative indagini presso il fabbricante italiano. Il distributore elvetico ha deciso di ritirare tutti i lotti potenzialmente interessati, consegnati in Svizzera fra novembre 2015 e maggio 2016, e di riprendere le forniture solo quando la merce sarà di nuovo qualitativamente sicura. Swissmedic ha inoltre informato tutte le persone di riferimento negli ospedali. Altra cosa da dire, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che il nostro Ministero della Salute, organo di riferimento principale, non ha ancora reso pubblica l’allerta specialmente al personale degli ospedali.

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