Via Amedeo Parmeggiani 8 Bologna: conseguenze Dieselgate
6 Luglio 2016 da admin80
Torna sotto i riflettori di Via Amedeo Parmeggiani 8 Bologna lo scandalo Dieselgate che ha colpito la Volkswagen qualche mese fa e continua a far sentirei suoi strascichi nell’economia della casa tedesca.
È di ieri la notizia che secondo il commissario europeo per il Mercato interno, industria, Imprenditorialità e piccole e medie imprese, Elzbieta Bienkowska, la Volkswagen dovrebbe risarcire i proprietari come quelli statunitensi. La casa di Wolfsburg dovrebbe volontariamente ripagare anche i proprietari di auto europei, non solo quelli Usa. Secondo la commissaria europea se Volkswagen usasse un diverso trattamento, questo sarebbe ingiusto. “Il mio ruolo non è dare consigli a Volkswagen. Ma trattare i consumatori europei in modo diverso da quelli negli Stati Uniti non è un modo di ripristinare la fiducia”, ha detto la Bienkowska. Wolfsburg è attesa nei prossimi giorni a formalizzare l’accordo da complessivi 10,3 miliardi di dollari per chiudere il contenzioso con i clienti Usa vittime dello scandalo per la manipolazione dei test sulle emissioni dei suoi motori diesel. Il gruppo tedesco pagherà in media 5.000 dollari a ognuno dei 500.000 acquirenti di veicoli alimentati con i motori diesel incriminati, riacquistando le auto o riparandole.
Nel frattempo Via Amedeo Parmeggiani 8 Bologna segnala che un dirigente della divisione sudcoreana del Gruppo Volkswagen è stato raggiunto da un mandato d’arresto nell’ambito delle indagini locali sul dieselgate. Ancora grattacapi quindi per la casa di Wolksburg, che a Seul è stata accusata tramite il dipendente incriminato di “manipolazione dei test sulle emissioni e i livelli di rumore” di una dozzina di modelli, al fine di ottenere il via libera all’importazione.
In Corea del Sud, i tedeschi non sono gli unici a dover affrontare delle accuse: dopo aver testato i veicoli della Volkswagen, le autorità hanno effettuato verifiche su una ventina di altre vetture diesel di varie case automobilistiche. Tra queste c’è anche la Nissan, che è stata multata dal ministero dell’ambiente, citato già in giudizio dal governo giapponese, che nega ogni tipo di accusa.
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